21/09/08

ROMA-REGGINA COL CUORE DIVISO


Il mio cuore, sportivamente parlando, è diviso in due: da un lato la Roma, prima squadra della mia vita, poi la Reggina che, per motivi professionali, ho seguito per anni, ho conosciuto i momenti bellissimi dell'approdo in B, dopo il lunghissimo purgatorio nelle serie minori, la promozione sfiorata con Maestrelli in panchina, il calcio spettacolo di Segato, i momenti bui con qualche decina di persone sugli spalti del vecchio Comunale. Poi, da qualche anno, ho smesso di andare allo stadio, l'ambiente che s'è formato attorno alla società non mi piace, sono diventato un tifoso da salotto.
Anche stavolta, poichè per gran parte dell'anno vivo nella Capitale, mi toccherà spendere un patrimonio per scommesse perdute e subire gli sfottò (durata media un mese) dei vincitori e i rimbrotti degli amici laziali, che mi accusano di non essere stato capace di...far vincere la Reggina.
Stavolta la sofferenza è stata doppia, perchè moglie e figli la partita l'hanno vista dal vivo, per cui ho referenze attendibili: se continua così, mi hanno detto in coro, è un disastro.
Da Bernardo Corradi ci si attendono i gol che non arrivano e che difficilmente arriveranno se non si troverà il modo per non lasciarlo in balia dei difensori. Una cosa consiglierei ad Orlandi: onde evitare quel continuo aggiustare del laccetto che gli tiene raccolta la chioma, perchè non mandare il bomber ancora a secco su azione da un buon barbiere?. (A Reggio ce n'è qualcuno in gamba). Forse alla Santarelli il bel toscano piace così, in squadra è comunque in buona compagnia. Una volta, gli allenatori non consentivano i capelli lunghi, ma anche nel calcio la democrazia ha fatto passi in avanti.
Da parte mia, continuo a consolarmi, in attesa di sentire in tv l'acuta analisi di Galimi, con l'assioma-Baccillieri: tanto Foti, tri cchiu fissa i nui i trova sempre.

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