24/08/11

SUICIDI DI PENTITI E TESTIMONI DI GIUSTIZIA, UNA TRAGEDIA, MA LASCIAMO RIPOSARE IN PACE ORSOLA FALLARA

Orsola Fallara sorridente, ricordiamola così
Dopo il suicidio della testimone di giustizia di Rosarno, di cui si sta fa facendo un gran parlare, in questi giorni dominati dalla calura, che rende ancor più gravi i problemi endemici della città di Reggio, da più parti si è voluto fare un accostamento, non so fino a che punto opportuno, con la tragica morte della dirigente comunale Orsola Fallara.
A mio modesto parere, l'unica cosa che può tenere legati i due episodi, è la modalità con cui è stato messo in atto il gesto estremo, ingerendo il devastante acido muriatico. Ma non c'è altro. si tratta di terribili circostanze d'ispirazione totalmente opposta. Orsola Fallara non era nè pentita, nè testimone di giustizia. Bisogna fare un necessario distinguo tra pentiti e testimoni di giustizia: i primi sono per lo più criminali, organici alle organizzazioni mafiose, che decidono, in cambio di benefici, peraltro fissati dalla legge, di scendere a patti con lo Stato e rivelare i loro "segreti" facendo scoprire delitti e svelando gli organici delle cosche.
I testimoni di giustizia sono cittadini "normali" che, venendo a conoscenza di gravi reati, o per esperienza diretta o perchè, appunto, testimoni reali, collaborano con gli inquirenti o con la magistratura. Mi vengono in mente due casi emblematici, quello del rappresentante di commercio lombardo che fece arrestare gli assassini del giudice Livatino, e la vicenda dei fratelli Verbaro, agiati panificatori reggini, che alcuni anni fa fecero i nomi dei mafiosi che li taglieggiavano. Spesso, però, lo Stato, ed è il caso dei Verbaro, si dimentica di loro e magari per questioni di natura burocratica, li abbandona al loro destino.
Gente senza patria, nè legami familiari (spesso anche moglie e figli preferiscono dissociarsi dalle loro scelte) con grave rischio per le loro vite. Orsola Fallara, forse, prima che in lei maturasse la decisione di chiudere i conti con la vita, avrà magari pensato di vuotare il sacco, come s'usa dire, trascinandosi dietro coloro che sapevano e hanno taciuto. C'è sicuramente una indagine della magistratura, della quale si è solo intuito qualcosa, ma allo stato non sono previsti sbocchi immediati, non è facile per i magistrati penetrare nella fitta cortina di amicizie, poteri occulti, servitori dello Stato "deviati", giornalisti compiacenti, insomma quella "zona grigia" di cui spesso ha parlato il procuratore Pignatone.
Adesso, però, sarebbe il momento di smetterla con pericolose generalizzazioni, lasciamo Orsola Fallara riposare in pace. Forse il suo cadavere sta "parlando", e presto dovremmo saperne di più.

12/08/11

FERRAGOSTO IN TEMPO DI CRISI, AI REGGINI BASTA UN PO' DI MUSICA

C'era una volta il maxi esodo di Ferragosto
Dopo il presidente operaio, il presidente allenatore, c'è il presidente disc-jockey ad allietare (si fa per dire) le serate dei reggini incazzati più che mai, e non solo per la stangata del governo centrale, ma soprattutto delusi dal "nuovo corso" dell'amministrazione comunale che non riesce a risolvere i soliti problemi: carenza idrica, rifiuti, strade colabrodo, abusivismo dilagante.
Avendo deciso di trascorrere altrove questo periodo di vacanza, le notizie che mi giungono da Reggio non vengono certamente dalla stampa locale, salvo qualche rara eccezione. Basta leggere i quotidiani nazionali, che non hanno mancato di sottolineare come il tanto decantato "modello Reggio" non sia altro che uno scandaloso uso di risorse pubbliche, a favore di scosciate aspiranti miss, ricevute con tutti gli onori dall'ineffabile presidente del consiglio regionale, di una radio nazionale il cui "impegno" per rendere allegre le notti sul Lungomare, sarebbe costato centinaia di migliaia di euro.
Increduli, amici e colleghi della Capitale mi chiedono se quanto vanno leggendo su testate importanti (esempi, il Corriere della Sera e Il Fatto) corrisponda al vero,  se la gestione del governatore più amato d'Italia sia improntata davvero ad un becero clientelismo, da far impallidire il più nostalgico dei demo-socialisti degli anni della prima repubblica.
Dalla reazione dello stesso governatore, sempre accompagnato dal fotografo personale e da uno stuolo di addetti stampa, irritato da quanto pubblicato su un periodico diretto da un suo ex grande amico, debbo capire che forse le critiche non sono del tutto infondate. Ci sarà pure una stampa deviata (ed io in proposito potrei fornire indicazioni più precise, ma mi guardo bene dal farlo, ci saranno altri che lo faranno per dovere d'ufficio) ma siamo in presenza di una gestione di risorse pubbliche "deviate" che allarma l'opinione pubblica.
Non è facile, al governatorissimo ed al suo staff, tenere a bada giornalisti "forestieri", per quelli locali tutto è a posto, figli e amanti sistemati, maxi foto ogni giorno anche se le notizie sono di scarso rilievo, ma il quotidiano è un prodotto che viene "bruciato" in poche ore, e la gente dimentica facilmente. Come il lettore, almeno quello più avveduto, e per fortuna ce ne sono, salta a piè pari quelle interviste a personaggi gabellati per "mostri" della politica e che, nella realtà, senza il loro padrino alle spalle, non avrebbero nemmeno un titoletto nelle cronache.
Un altro anno è passato, Ferragosto in tempo di crisi è alle porte, scordiamoci gli esodi di massa d'un tempo, in Calabria è cambiato pochissimo, quasi nulla, si va avanti tra sfilate di miss, premi e premiucci, sagre d'ogni tipo, mentre nelle strade si spara, il mare è sporco, il lido Bandafalò va in fumo, ogni notte automobili vengono date alle fiamme, piccole vendette consumate spesso per motivi banalissimi.
Ma basta andarsene sul Lungomare, c'è la musica con un dj d'eccezione, aspettando la pioggia di milioni in arrivo. Comunque, a tutti il migliore Ferragosto possibile. 

01/08/11

CHE GRANDE SPETTACOLO DA OFFRIRE AI TURISTI, SE VENISSERO: QUANTE OCCASIONI PERDUTE!

Non faccio certamente un grande sforzo nel dire che la foto di Rosario Cananzi, che potete ammirare a corredo di questa mia modesta riflessione, mentre le città si vanno svuotando, anche se la crisi ha posto fine agli esodi di proporzioni bibliche degli anni passati, è un autentico capolavoro.
Il collega, fotoreporter d'antica scuola, ormai una razza in estinzione, ha colto nella notte, in una girandola di luci, una "fontana" di lava dell'Etna, che in questi giorni ha ripreso la sua attività, mettendo un pò in ansia le popolazioni dei centri che le fanno da corona.
Alle pendici del gigante, come un pastore addormentato accanto al suo gregge, la città di Taormina, il cocuzzolo di Castelmola, le insegne dei grandi alberghi e dei locali aperti fino a tardi. E' finito il tempo delle vacche grasse per gli operatori turistici di questa perla della Sicilia, pur restando una delle mete preferite del turismo estero, risente del calo generale delle presenze.
Nel guardare, sempre più ammirato, questa foto, scattata da Lazzaro, un altro luogo che, fino a qualche anno fa, era un punto d'eccellenza per turisti e villeggianti, penso alle occasioni perdute da Reggio e da altri centri affacciati sullo Jonio, di creare un "ponte" con Taormina nei periodi di più intenso afflusso.
Ci aveva pensato, anni fa, un sindaco illuminato, Italo Saladino, quando governava saggiamente l'amministrazione comunale di Brancaleone: in pochi minuti, dal magnifico lungomare del paese che ebbe come "ospite" involontario Cesare Pavese, con gli aliscafi era possibile raggiungere la spiaggia dorata di Giardini Naxos, visitare il centro storico di Taormina, arrivare fin sull'Etna. Un tour che avrebbe attratto gente da ogni parte, ma è rimasto un sogno, la riviera dei gelsomini offre un quarto delle sue potenzialità.
Intanto, mentre il governatorissimo, con tanto di scorta e fotografo personale, in barba alla politica di risparmio tanto decantata, inaugura costosissime mostre con l'onnipresente e sempre più antipatico Vittorio Sgarbi, Reggio aspetta di vivere la sua estate graziosamente offerta dal Comune, all'insegna di "bancarelle e divertimento", come argutamente osserva uno dei personaggi  della popolare trasmissione "Chisti simu" del duo Auspici-Polimeni.
I reggini, tutto sommato, s'accontentano di poco, purchè sia gratis, e serva a dimenticare il mare sporco, l'immondizia, la penuria d'acqua, le tante vertenze con centinaia di lavoratori da mesi senza stipendio. Un modo di governare che, tutto sommato, ha dato i suoi frutti. Perchè cambiare?.