13/08/08

'NDRANGHETA, L'ARMISTIZIO POTREBBE FINIRE

Sono d'accordo con Giusva Branca, che su Strill scrive di un possibile autunno caldo delle cosche reggine, intravedendo anche lui segnali preoccupanti, a cominciare da recenti episodi avvenuti in città e, principalmente, da quanto è accaduto con l'agguato fallito al presunto anziano boss di Santo Stefano d'Aspromonte, Rocco Musolino.
Nessuno si era mai azzardato a toccare un uomo in grado, per età e prestigio, di avere un dialogo con gli esponenti di primo piano delle varie "famiglie" mafiose della città e della provincia. Un personaggio, Rocco Musolino, ricchissimo ed ancora assai attivo nonostante gli 80 passati da un pezzo, che è riuscito a uscire indenne da tutte le guerre di mafia che hanno insanguinato la nostra provincia negli ultimi trent'anni ed è stato, assieme ad altri capi bastone, certamente uno dei garanti dell'armistizio siglato tra i vari clan in lotta a settembre del 1991, pochi giorni dopo il barbaro assassinio del giudice Antonino Scopelliti.
Una tregua che finora ha retto, grazie appunto alla presenza sul territorio di uomini come Pasquale Condello, Giovanni Tegano, Giuseppe De Stefano che dalla latitanza erano in grado, ed alcuni di loro lo sono ancora, di dirimere eventuali controversie, partecipare a summit per prendere decisioni importanti, tenere a freno qualche testa calda, scongiurare azioni temerarie che potrebbero provocare una reazione ancor più decisa dello Stato.
Con l'arresto del "Supremo" e prima ancora di Peppe Tiradritto, qualcosa è cambiato e qualcosa ancora cambierà. Il problema è capire se prevarrà la linea di persone come Musolino, o quella dei giovani "figli d'arte" della 'ndrangheta anni Duemila. Credo che lo sapremo molto presto.

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