Questa è l’estate del gossip politico che ha finito col portare in piazza, alla portata di tutti, il pettegolezzo più sguaiato e a mostrare attraverso il buco della serratura le “qualità” più o meno nascoste delle bellezze parlamentari.
Con la vicenda Saccà, poi, abbiamo toccato il fondo di quel pozzo dei desideri che è la tv di Stato, dove, con largo impiego di denaro pubblico, (ma la gente sa quanto in questi anni ha guadagnato il nostro conterraneo padrone delle fiction?) si consente a stelle e stelline, mezze calzette dal punto di vista professionale, di portare a casa ricchi cachet, poco importa se il prodotto è scadente, tanto l’utente dimentica presto. C’è sempre un’isola dei famosi pronta.
Del boss televisivo Saccà ho un ricordo personale, avendo lavorato, anche se per un breve periodo, (lui spiccò il volo verso la Capitale) nello stesso giornale e debbo dire che la memoria riporta un personaggio piuttosto grigio, di non eccelse qualità, ma ben introdotto nei meandri del socialismo manciniano e craxiano, fino ad avvicinarsi al pianeta berlusconiano.
Ma questo poco importa, in questa estate che lo ha visto rientrare sotto la gonnella di mamma Rai, mentre in tutta la regione impazza la giostra dei premi, premiucci, elezioni di miss, sagre di ogni tipo.
E anche quest’anno si è ripetuto il fenomeno dei cosiddetti calabresi illustri, pronti a venire a ritirare, per i loro indiscussi meriti, riconoscimenti talvolta anche di un certo valore venale, tanto a pagare sono le varie amministrazioni che elargiscono contributi, sottraendo risorse per cose che servirebbero forse più di altre, basti pensare alla viabilità, alla carenza idrica, ai rifiuti, all’abusivismo dilagante, al racket imperante.
Ci si chiede quanto siano meritati questi premi a calabresi che si ricordano della loro terra solo un paio di giorni l’anno e che, quando li incontri a Roma o altrove, quasi s’infastidiscono a sentire parlare dei nostri guai, della Regione che non funziona, della sanità sempre più malata, degli omicidi di mafia, delle intimidazioni nei confronti di chi s’azzarda a fare il suo dovere, in ogni campo.
Una foto sui giornali (l’estate spesso è un problema riempire le pagine) un bel servizio televisivo, insomma una bella rinfrescata all’immagine, un’altra medaglietta da appuntare, un altro trofeo da mettere in mostra nel salotto di casa.
Noi restiamo qui, a parlare della crisi economica che da noi si sente più che altrove, dei politici sempre più inquisiti, del mare sporco, dei prezzi alle stelle, mentre arriva la notte, con le sue luci, i locali all’aperto pieni di voci e musiche, un premio tira l’altro, mentre il gossip più volgare aiuta a far scorrere il tempo sotto l’ombrellone. Tutto il resto conta poco.
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