25/08/08

CIAK, SI GIRA: MA E' DAVVERO ARTE?



Rallentamenti sul Lungomare, ad un'ora insolita, quasi le nove del mattino. Ma il mistero è presto scoperto: all'interno del Sireneuse, uno dei locali alla moda della città, si stanno girando le scene di un film.
Gli ancora pochi clienti del bar-pasticceria-gelateria-rosticceria di antica tradizione, anche se da qualche tempo la proprietà è passata di mano, vengono trasformati in comparse (senza cachet, ovviamente) mentre una ragazza dà gli ordini all'operatore tra il vai e vieni dei camerieri. Ormai a Reggio, diventata terra di conquista, ognuno che ha bisogno di produrre artisticamente qualcosa, ha solo da mettersi in contatto con qualche assessore di peso, o con l'entourage del sindaco Peppe Show, come definito da Gianantonio Stella sul "Corriere", ed è cosa fatta. C'è pure una sempre sorridente assessoressa ai grandi eventi che, ricca di famiglia, si diverte tanto ad organizzare mostre, premiazioni, convegni, non importa il costo, qualcuno pagherà.
La gente si chiede, ma la produzione artistica di qualità, esiste davvero? Nessuno ha smentito quanto (coraggiosamente) pubblicato dal Quotidiano della Calabria, i cui giornalisti, a dire del sindaco, sono quelli che "rumpunu i cugghiuni", perchè fanno, come si suol dire, le pulci ai conti del Comune. Cose che altrove vengono pagate il loro giusto valore, quando arrivano in riva allo Stretto, sono grandi eventi, e la conferma è data dalla foto pressochè quotidiana (controllare la collezione) dell'assessoressa che ride sempre sulle pagine del giornale del Ponte.
E allora, centinaia di migliaia di euro, accomodatevi prego, viva l'arte, viva il cinema, viva i cosiddetti grandi eventi, mentre la città vive momenti difficili a causa della carenza idrica, delle serie interminabile di attentati per lo più estorsivi, del degrado della periferia, del traffico incontrollato.
Ogni giorno, c'è qualcuno che nel salone dei lampadari di palazzo San Giorgio, presenta qualcosa, tutto è importante, tutto è eccezionale, ognuno viene a Reggio a miracol mostrare, siamo un popolo di allocchi.

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