Ormai ci siamo quasi abituati alle esternazioni pressochè quotidiane dell'onorevole Santo Versace che, come la Madonna pellegrina, passa da una visita all'altra portando in giro il suo "verbo" di politico che ha fatto della coerenza il suo programma elettorale. Infatti, dopo aver accettato l'incarico di assessore in una delle Giunte a getto continuo che il presidente Loiero sforna, mostrando tutta la sua simpatia per la sinistra, si è poi rifugiato tra le accoglienti braccia di Berlusconi e, tanto per cambiare, è venuto a farsi eleggere nella sua (?) terra dalla quale era fuggito dopo aver preso una colossale fregatura, finanziando la squadra di basket Viola, accogliendo il "grido di dolore" lanciato dal suo sodale d'allora, l'onorevole Marco Minniti, la testa più lucida del Pd.
L'ultima di Versace è il ricordo affettuoso di Vincenzo "Dracula" Visco, quello che s'incazzava se non gli trasferivano i finanzieri che indagavano sui maneggi diessini attorno a una grossa banca. Secondo Versace, la cui uscita non sarà certo piaciuta al Silvio nazionale (gliela diamo, Cavaliere, una tiratina d'orecchi?) Visco avrebbero dovuto lasciarlo sulla poltrona delle Finanze, sulla quale siedeva Quintino Sella, anche col nuovo Governo. Masochismo, o colpo di sole ferragostano. Se continua così, il buon Santo finirà col doversi cercare un'altra collocazione, magari accanto a Di Pietro, sempre a caccia di transfughi, basta che la pensino come lui, a morte Berlusconi, il resto non conta.
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