
La sua giovane vita s'è spenta dopo una tragica odissea da una parte all'altra, fino alla tappa finale, quella che non consente il ritorno: ora tutti promettono inchieste ed ispezioni, scattano i messaggi di solidarità, una squallida passerella dei soliti politici che si preoccupano di avere, ancora una volta, un pò di spazio sui giornali, invece di andare a nascondersi.
La famiglia chiede giustizia, la magistratura apre il fascicolo d'indagine, ma forse ci vorranno anni, come è stato per Federica Monteleone (un altro caso che commosse l'Italia) perchè la giustizia, come si suol dire, faccia il suo corso.
Intanto, i mass media riportano l'attenzione, dandogli comunque il solito taglio in negativo (è la nostra vera disgrazia, questa) a questo nuovo caso e ne approfittano per collegarlo, anche se si tratta di cose completamente diverse, con il gravissimo episodio accaduto a Cosenza, dove l'autista di un bus, non si sa perchè, ha ritenuto di aggredire selvaggiamente un anziano, per poi lasciarlo come un sacco vuoto in mezzo alla strada, tra l'indifferenza dei passanti.
Una scena, che ripresa da una telecamera di sorveglianza, riversata sui canali delle televisioni web, ha fatto inorridire ed ha mobilitato anche i sociologi in servizio permanente effettivo. Certamente, non è questa l'immagine della Calabria che vorremmo fosse proposta, proprio nel momento in cui si parla di rilancio del turismo e di "rivoluzione" nella sanità.
La Calabria nuovamente sulle prime pagine, mentre in ogni dove, anche nei paesi più sperduti, si fanno sagre e si danno premi, su improvvisate passerelle sfilano ragazze sculettanti alla ricerca d'un momento di gloria. Che tristezza!.
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