Era inevitabile che accadesse: la contrazione delle vendite dei giornali quotidiani, a causa della crisi che ha investito, in tutta Europa, il mercato pubblicitario, continua a provocare la chiusura di edicole in città, alcune delle quali da considerarsi "storiche".
Anche se non siamo in possesso di dati precisi, si valuta nell'ordine del 30-40 per cento il calo delle vendite dei giornali che stanno attraversando un difficile momento. Come è noto, il principale introito delle aziende editoriali, oltre alle vendite in edicola e per abbonamento, è costituito dalla pubblicità, nazionale e locale. La difficile situazione economica globale, che ha costretto i governi dei paesi dell'Unione europea a varare finanziarie di lacrime e sangue, si è riversata anche sugli editori, anche quelli di testate di prestigio, costringendoli a dichiarare lo stato di crisi, con conseguenti prepensionamenti e ricorso alla cassa integrazione.
Sulle prime, trovando chiusa qualche edicola che mostrava il cartello "cedesi attività", abbiamo pensato a un normale cambio di gestione, cosa che avviene nel settore del commercio, poi ne abbiamo notata qualche altra, anche in zona centrale, chiusa e basta, quindi cessazione totale. Ci siamo informati presso il nostro edicolante di fiducia il quale, allargando sconsolato le braccia, ci ha confermato che la categoria sta attraversando un momentaccio, che la gestione è diventata un problema, i ricavi sono calati vertiginosamente e si tira avanti con la vendita di altri prodotti, al di fuori di quotidiani e settimanali.
Non è un caso che le edicole si siano trasformate, in questi anni, in autentici bazar che vendono di tutto, dai libri ai giocattoli, dai film in dvd alle ricariche telefoniche. Tirano avanti coloro che non hanno bisogno di ricorrere a dipendenti, ma gestiscono l'edicola a livello familiare, spesso con turni veramente pesanti. Non è raro, infatti, trovare le edicole aperte, oltre che nelle primissime ore del mattino, anche fino a sera inoltrata. Bisogna dire che la concessione ad altri esercizi commerciali della vendita dei giornali ha sottratto spazio a chi lo fa in esclusiva, in passato si è un pochino largheggiato, ma non si erano fatti i conti con la gravissima crisi che non ha alcuna intenzione di finire.
Di solito i mesi estivi, col rientro dei cosiddetti emigrati di ritorno, le vendite subivano un'impennata: quest'anno non è così e a poco servono abbinamenti e gadget. Una mano l'ha data la cronaca con le centinaia di arresti delle varie operazioni antimafia in tutta la regione, altrimenti sarebbe stata veramente nera.
Una edicola che chiude è un brutto colpo per la democrazia, senza esagerazioni e, perchè no?, per la nostra libertà.
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