05/03/09

QUANDO SI PARLA DI PONTE ANCHE IL BUON DIO S'INCAVOLA



Non so se ci avete fatto caso. Ogni volta che si sente parlare di Ponte sullo Stretto, d'imminente inizio dei lavori, il buon Dio s'incavola e manda dalle nostre parti un maltempo della...Madonna ed anche gli dei pagani (Nettuno fa bella mostra, col suo forcone, davanti alla prefettura di Messina) non devono essere troppo contenti, se Eolo soffia a più non posso, e Vulcano, nascosto chissà dove nella pancia dell'Etna, manda una scossetta di terremoto.
E' chiaramente un avviso, anche se quei Ciucci (non ho resistito al calembour, perdonatemi) dell'Anas, e già factotum della società Stretto di Messina, che è costata tantissimi soldi ai contribuenti, me compreso, si profondono in annunci trionfali.
Dunque, tra pochi mesi, temporali, trombe d'aria e terremoti permettendo, potremo ammirare la sfilata delle cosiddette autorità invitate ad assistere alla posa della prima pietra per la quale, a quanto pare, faranno scomodare dal Quirinale il buon Napolitano.
Ma ve l'immaginate cosa accadrebbe in giornate come queste, quando per attraversare lo Stretto occorrono ore, e parte della Sicilia resta isolata, anche il Ponte resterebbe chiuso, nel mentre la navigazione privata non sappiamo se sarà ancora in esercizio.
Ci vuol poco, e lo sappiamo per esperienza diretta, avendo cominciato a traghettare negli anni Sessanta, a trasformare le due sponde il gironi infernali, come avvenne l'estate di qualche anno fa quando i marinai delle spadare chiusero i due porti, e fu il caos, le auto in fila sull'autostrada arrivarono fino a Gioia Tauro.
Il Ponte si deve fare, perchè Berlusconi (ma non solo lui, per la verità, anche altri, come Prodi e Rutelli, con tanto di pellegrinaggio nella redazione della Gazzetta) lo ha promesso, e vuole mantenere l'impegno.
Non importa se a Reggio nelle case, anche d'inverno, l'acqua scarseggia, le strade provinciali sono impercorribili, della Salerno-Reggio ormai si sa tutto, le ferrovie addirittura chiudono intere tratte per mesi.
Il Ponte, con terremoti, con guerra e con pace, direbbe il poeta Ciccio Errigo, si farà. Tra quanti anni, nessuno lo sa.

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