19/03/09

ISTITUTO PAPA GIOVANNI, HO QUALCHE DOMANDA DA FARE

Adesso che il dramma dell'istituto Papa Giovanni di Serra d'Aiello s'è compiuto, davanti alle telecamere, tra lo sconcerto degli italiani che, grazie a "Chi l'ha visto?", hanno potuto conoscere questa incredibile vicenda, ci sarebbero alcune domande alle quali, io stesso per primo, sto cercando di dare una risposta.
Partiamo dai dipendenti, giustamente arrabbiati e mortificati per il fatto d'essere letteralmente sbattuti fuori da quello che per anni è stato il loro "regno", ma che, adesso, forse riusciranno ad essere in qualche modo ricollocati e cominciare a prendere quello stipendio che, da mesi, non vedono. Questo, a mio avviso, è il problema minore, perchè, nelle varie strutture sanitarie del Cosentino, e ce ne sono parecchie, un posto per ognuno di loro dovrebbe trovarsi, così come i ricoverati, tranne quelli che si dice siano misteriosamente scomparsi.
A sentire i curatori giudiziari dell'Istituto, il buco nei bilanci è enorme, per cui l'ipotesi più probabile è quella del fallimento, con buona pace dei creditori e di tutti coloro che hanno pignorato il pignorabile.
Ma è possibile che, in tutti questi anni, nell'alternarsi di amministratori, commissari, preti spregiudicati, assunzioni a raffica, ovviamente di natura politico-elettorale, nessuno abbia pensato di dare uno sguardo ai conti?. Certamente, il silenzio della Curia, l'inefficienza delle strutture regionali, la distrazione dei sindacati, il codardo defilarsi dei politici, sempre pronti con le loro segnalazioni a "sistemare" intere famiglie, tutto ciò ha contribuito alla morte di quella che nel piccolo paese dell'alto Tirreno cosentino era considerata una vera e propria industria.
Ora tutto passa nelle mani della magistratura paolana, competente per territorio, come si dice in gergo giudiziario. Conosco Bruno Giordano, il procuratore, da tantissimi anni, è persona dotata di grande umanità e, dopo aver avuto da fare con i peggiori delinquenti, non è tipo da farsi intimidire da personaggi del sottobosco politico-clientelare che alla greppia del Papa Giovanni si sono abbondantemente ingrassati.
Prevedo tempi duri, per chi ha commesso reati, ma questo non basterà a risolvere il caso dell'istituto dedicato al Papa Buono che, da lassù, sicuramente una mano la darà, per restituire alle famiglie di dipendenti e ricoverati (quelli che ce l'hanno, compresi i parenti che si sono ricordati solo ora di avere un congiunto là dentro) un minimo di serenità e fiducia nel futuro.

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