09/03/09

E SE TOGLIESSERO AGLI ARBITRI QUEGLI AURICOLARI?


E' il momento dei cosiddetti gol-fantasma, col pallone che, entrato per pochi secondi nella rete avversaria, dopo aver superato la fatidica striscia di gesso, come se la mano d'un diavoletto lo sospingesse, torna indietro e inganna la vista di arbitro e guardalinee.
Adesso, grazie all'uso degli auricolari, che tengono in costante contatto la quaterna arbitrale, (figuriamoci quando saranno sei, se passerà l'introduzione dei giudici di porta) il direttore di gara "deve" fidarsi di quanto, nell'immediatezza, il suo collaboratore gli riferisce e, quindi, prende la sua decisione con tranquillità, anche se nel momento cruciale è lontano dall'azione.
In questi giorni, episodio di Lecce a parte, è accaduto a Genova, col pallone diabolico di Balotelli, a Torino nel derby della Mole, e stava per accadere a Firenze se la zampata di Simplicio non avesse messo tutti d'accordo.
Un tempo, l'arbitro era solo con le sue responsabilità e i segnalinee, ora chiamati assistenti, avevano un ruolo, diciamo così, coreografico, spesso servivano solo da bersaglio per il lancio di oggetti vari, quando andava bene, se non ad uscire dal campo con la casacca insozzata dagli sputi.
Guai ad avvicinarsi a loro per protestare o per indurli a far cambiare all'arbitro una decisione già presa, cosa che avveniva rarissimamente.
E se provassimo a toglierli quegli auricolari?. Senza l'"aiuto" dell'assistente di Gava da Conegliano (dove, si sa, la grappa è buonissima) forse, anzi senza forse, la rete di Corradi sarebbe stata convalidata.
Non è andata così e ora ci si ritrova a fare conti sulle residue possibilità di raggiungere la quota salvezza, mentre, come dice un detto popolare, la cera si consuma e il santo non cammina. Lasciamo i soliti commentatori sbizzarrirsi nelle loro elucubrazioni: a proposito, uno di loro ci ha regalato una perla postuma. Nella "riflessione" (attenzione ai neuroni!) pre partita, ha sostenuto, a proposito di Gava, che negli ultimi tempi non ha mai sbagliato una partita. Le conclusioni, cari amici che tanto affettuosamente mi seguite, traetele voi. Nel frattempo, prendete qualche precauzione.

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