29/10/08

IL MIO "INCONTRO" CON LA VENERABILE CARLA

Torre Pedrera è un luogo di villeggiatura, lungo la splendida riviera adriatica, in provincia di Rimini, un posto che d’estate, è la meta preferita dei turisti tedeschi, e anche di tante comitive che, da ogni parte d’Italia accorrono, ma non per gustarsi sole e mare.
Sono i pellegrini che vanno a pregare sulla tomba di una donna in odore di santità, che si chiamava Carla Ronci, nata a Rimini l’11 aprile del 1936, e che diede l’addio alla terra il 2 aprile del 1970, era una luminosa giornata di primavera.
Ho davanti la sua foto, inviatami da una coppia di cari amici, Angiolina e Giuliano Parmeggiani, conosciuti qualche anno fa ad Ischia, e con i quali abbiamo stabilito un rapporto di grande affetto e di condivisione delle idee sulla religione, sulla solidarietà, insomma sul modo che abbiamo in comune di concepire la vita di chi è davvero cristiano.
Questa che voglio raccontare agli affezionati lettori del mio blog, è la storia d’una di quelle ragazze in cui, alla bellezza fisica ed ai doni della natura, la ricchezza della grazia e i carismi dello Spirito, si unirono con tanta spontaneità e consonanza, da non lasciare adito a capire dove il naturale finisse e dove il soprannaturale iniziasse.
Il 1950 fu l’anno della sua conversione: da allora, questa giovanissima bellezza romagnola, che vedo in foto a bordo d’una Vespa, con una sciarpa rossa svolazzante, non si propose di fare altro che rispettare la volontà di Dio. Ora s’impegnava nelle opere di carità, ora si metteva a disposizione di chi aveva bisogno, ora sacrificandosi in un’intensa azione di apostolato.
E lo fece nella parrocchia, dove dal 1993 il suo corpo venerato riposa, tra le giovani, le fanciulle, i bambini, i giovani e gli uomini adulti. Arrivò al punto di offrire i suoi meravigliosi occhi scuri, solo che i genitori d’una bimba cieca l’avessero permesso, per restituirle la vista.
“Bastava esserle vicini per sentirsi più buoni”, raccontano le amiche degli anni giovanili, “da lei scaturiva un desiderio di cielo e purezza, attraverso le sue parole dolci, sicure, rasseneratrici. Faceva sentire che la sua gioia scaturiva dal possesso di Dio e che sentiva il bisogno di comunicare anche agli altri”.
Lei stessa, ad un’amica, così scriveva: “Penso che non sia necessario dirti la mia gioia, la pace e la serenità che possiedo. So di essere sposa di un Dio crocifisso e nulla mi spaventa né mi sorprende”.
Nel 1956, appena ventenne, annotava sul suo diario: “Il desiderio di amare Gesù lo sento tanto forte in me, che è un tormento continuo”.
Ma un male inesorabile era in agguato, il suo corpo martoriato ma dentro sentiva che Gesù l’aveva associata alla sua Passione. E, sul punto di spirare, illuminandosi in volto, trovò la forza di dire al sacerdote che l’assisteva:”Ecco, Gesù sta venendo a prendermi, mi sorride, arrivederci in cielo”.
Adesso, c’è chi vede in Carla Ronci una santa, che si batte perché la Chiesa avvii il processo di beatificazione, è nato un movimento, c’è un sito internet, attivamente impegnata è una signora di Ravenna, Graziella Goti, che raccoglie le testimonianze di chi, dall’incontro spirituale con Carla Ronci ha avuto il beneficio della grazia.
Torre Pedrera è un’altra tappa del cammino della Fede, anch’io spero d’andarci presto.
Voglio chiudere questo mio “incontro” con la venerabile Carla con una sua frase: “Sono contenta di tutto ciò che mi circonda, perché in tutte le cose scorgo un dono di Dio”.

1 commento:

angiolina ha detto...

Carissimo Franco,
grazie per la bella esposizione su Carla Ronci, a me tanto cara. Io la sento una contemporanea, una di noi a cui piaceva la vita, il divertimento. Ma quando Dio le ha chiesto di donarsi a Lui, lei non ha esitato e si è donata tutta. E la sua sofferenza, dovuta a un male terribile, Carla ha saputo offrirla per la santità dei sacerdoti.
Spero che Carla sia un esempio per tanti giovani che potranno imitarla con un serio impegno nella società in cui viviamo.
Con affetto
Angiolina