Li rivedo ancora, anche se alcuni di loro, purtroppo, non ci sono più, gli amici che decisero, ed io ero tra loro, in quella lontana primavera del 1976 (il mio secondo figlio era nato da poco, allora lavoravo al Giornale di Calabria) di fondare la società editrice di Radiotouring 104, con sede in un piccolo appartamento nella parte alta della città.
Erano gli anni delle cosiddette radio libere, che spuntavano come funghi qua e là per l’Italia, tra un sequestro e l’altro, nel vuoto legislativo, insomma, una giungla delle antenne che sarebbe durata per tanto tempo.
I soci fondatori non li ricordo tutti, la memoria, a una certa età tradisce, ma non posso dimenticare l’ingegnere Giuseppe Canale, il giudice Giuseppe Tuccio, l’editore Domenico Laruffa, il dottor Domenico Messina, l’ingegnere Vincenzo Profazio, il professore Giuseppe Morabito, l’imprenditore Ermenegildo De Carne, il geometra Giuseppe Vernaci, io che avrei fatto anche il direttore responsabile per tantissimi anni, fino a quando la radio non sarebbe passata, grazie anche alla decisione di noi fondatori, che rinunciammo ad ogni pretesa, nelle mani di uno straordinario amico qual è stato Rodolfo Rodà, del quale piango, assieme a tanti che lo hanno amato e stimato, la scomparsa prematura.
Una meravigliosa avventura, che ancora dura, attorno alla radio si sono formati giovani di talento come Rocco Musolino, polemisti assai popolari come Gianni Baccellerieri, ma anche disc-jockey di fama come Gianni Sanfilippo, il duo di comici Miseferi e Battaglia.
Rodolfo era malato da tempo, e io lo sapevo, ogni tanto, quando mi capitava d’incontrare il figlio Giuseppe, peraltro assai amico dei miei figli, m’informavo con discrezione. Un giorno di qualche mese fa l’incontro in una banca cittadina, assai affettuoso, avevo qualche problema con la compilazione di moduli e modelli (non sono ragioniere, se lo fossi stato forse avrei fatto una carriera migliore) e lui si offrì d’aiutarmi. Che bel ricordo che mi rimane di Rodolfo, gentiluomo nel tratto e nell’animo. Adesso vola nell’etere eterno, e chissà se anche lassù non riuscirà a mettere in piedi una radio, per la felicità degli angeli. Buon riposo Rodolfo.
Erano gli anni delle cosiddette radio libere, che spuntavano come funghi qua e là per l’Italia, tra un sequestro e l’altro, nel vuoto legislativo, insomma, una giungla delle antenne che sarebbe durata per tanto tempo.
I soci fondatori non li ricordo tutti, la memoria, a una certa età tradisce, ma non posso dimenticare l’ingegnere Giuseppe Canale, il giudice Giuseppe Tuccio, l’editore Domenico Laruffa, il dottor Domenico Messina, l’ingegnere Vincenzo Profazio, il professore Giuseppe Morabito, l’imprenditore Ermenegildo De Carne, il geometra Giuseppe Vernaci, io che avrei fatto anche il direttore responsabile per tantissimi anni, fino a quando la radio non sarebbe passata, grazie anche alla decisione di noi fondatori, che rinunciammo ad ogni pretesa, nelle mani di uno straordinario amico qual è stato Rodolfo Rodà, del quale piango, assieme a tanti che lo hanno amato e stimato, la scomparsa prematura.
Una meravigliosa avventura, che ancora dura, attorno alla radio si sono formati giovani di talento come Rocco Musolino, polemisti assai popolari come Gianni Baccellerieri, ma anche disc-jockey di fama come Gianni Sanfilippo, il duo di comici Miseferi e Battaglia.
Rodolfo era malato da tempo, e io lo sapevo, ogni tanto, quando mi capitava d’incontrare il figlio Giuseppe, peraltro assai amico dei miei figli, m’informavo con discrezione. Un giorno di qualche mese fa l’incontro in una banca cittadina, assai affettuoso, avevo qualche problema con la compilazione di moduli e modelli (non sono ragioniere, se lo fossi stato forse avrei fatto una carriera migliore) e lui si offrì d’aiutarmi. Che bel ricordo che mi rimane di Rodolfo, gentiluomo nel tratto e nell’animo. Adesso vola nell’etere eterno, e chissà se anche lassù non riuscirà a mettere in piedi una radio, per la felicità degli angeli. Buon riposo Rodolfo.
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