28/02/09

TV SPAZZATURA, NON SE NE PUO' DAVVERO PIU'


Ormai non se ne può più. Certi programmi, sia in Rai che sulle reti private, che almeno il canone non te lo fanno pagare, sono diventati disgustosi, una insipida passerella dei soliti personaggi che saltano da un canale all'altro, facendo a gara a chi la spara più grossa, una sagra delle stupidità, insomma.
Anche un giornalista che in passato qualcosa di buono l'ha fatta, sulla rete 2 Rai, il nasuto Milo Infante, non si sottrae a questo trend delle banalità. L'altro giorno, ad esempio, ha radunato sui comodi divani un parterre di tutto rispetto: solo qualche nome, per rendere l'idea. Intanto, l'immancabile Carmen Di Pietro, vedova Paternostro (sì, quella della tetta siliconata scoppiata in aereo) con il suo compagno Giuseppe, uno che non si sa cosa faccia nella vita. Poi, cogliendo fior da fiore, come s'usava dire una volta, l'ex diva dei film di Totò, Gisella Sofio, che viaggia verso gli ottanta, la sempre più cicciona Marisa Laurito, per finire con Lory Del Santo, che sta da tutte le parti senza essere nè attrice, nè cantante, nè ballerina, insomma niente di niente.
Anche a voler cambiare canale, c'è poco da scialare, se incappate nel pomeriggio di Canale 5 con Barbara D'Urso, con la sua risata da scema in servizio permanente effettivo, nella trasmissione psico-sentimentale affidata ad Alda D'Eusanio, l'amica di Craxi cui avrebbe voluto curare con un bacio il piedone malato.
Uno strazio, dovunque vi girate, la giostra dei soliti noti continua dalla Vita in diretta che è passata dallo scialbo Cucuzza al pretenzioso Sposini ma che, almeno, ogni tanto propone le lunghe gambe della Parietti. Cosa ci resta per consolarci?. Io mi rifugio in X Factor, così non corro il rischio d'incappare nel Grande Fratello diventato l'argomento principe dei salotti televisivi. Chi se ne importa della crisi, del caso Englaro, del testamento biologico e della regolamentazione degli scioperi, degli stupri a getto continuo. Per le storiacce di nera ci pensa Vespa, ma a quell'ora, per fortuna, molti di noi si godono il sonno ristoratore.

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