Ma adesso, spiego ai miei interlocutori, il problema non è soltanto l'autostrada che viene data per completata, stando all'ultimo annuncio del ministro "Nasone" Matteoli, entro il 2012. Da un paio di giorni, infatti, la Calabria soffre per una una nuova penalizzazione nel trasporto su rotaia, che finisce con il ripercuotersi anche sulla Sicilia.
E' in atto, infatti, la chiusura per tre mesi, anche se si spera di fare prima, della stazione di Vibo-Pizzo, che se fosse protratta anche per il periodo estivo, sarebbe un autentico dramma per il turismo, basta pensare a Tropea e dintorni.
Un isolamento senza precedenti, che crea disagi a migliaia di persone e accentua quel divario nord-sud del quale paghiamo le conseguenze ogni giorno di più. Mentre accade tutto questo, c'è chi pensa di accelerare il progetto e la posa della prima (e speriamo ultima) pietra del ponte sullo Stretto di Reggio-Messina. Vi lasciamo immaginare con quale gioia la notizia sia stata accolta dalle popolazioni interessate, mentre i capi delle cosche sulle due sponde si stanno fregando le mani. Mettiamocelo bene in testa, la mafia il Ponte lo vuole, e farà di tutto, tramite i suoi referenti politici, in tutti i partiti, sì, in tutti, per raggiungere l'obiettivo e incassare per decenni denaro fresco da immettere nel giro degli affari sporchi.
Mentre da Roma a Reggio Calabria in auto s'impiegano fino a dodici ore (lo possiamo documentare!) c'è chi pensa ad un'opera faraonica nel momento di crisi peggiore per il Paese.
Intanto, valigie in mano, chi vuole affrontare il viaggio in treno, deve raggiungere Tropea, se vuole prendersi il suo posto, prenotato, su uno degli eurostar, e poi, che Dio gliela mandi buona.
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