E adesso, povero Walter, cosa farà? Come vivrà? Avrà, come tanti italiani, il problema della quarta settimana? A questi angosciosi, ma non troppo, interrogativi che si pongono i suoi fedelissimi, rispondiamo subito per tranquillizzarli.
Intanto, il Walter che a Roma chiamano "er baracca" per la possibilità concessa a tanti bravi rumeni di mettere sù casa lungo le sponde del Tevere e anche altrove, all'epoca in cui era sindaco, è parlamentare in carica e, per i prossimi quattro anni, lo stipendio è assicurato.
Come è già assicurata una robusta pensione, per via delle molte legislature trascorse girovagando per il Transatlantico, senza parlare dei diritti d'autore garantiti dalla sua pregevole attività letteraria.
Poi, il nostro Walter (qua ci starebbe bene il "ma anche", ormai entrato nel lessico comune, ma è meglio lasciar perdere) è giornalista professionista, con relativi contributi, anche figurativi, all'Inpgi, il nostro istituto di previdenza che tanti ci invidiano e che qualche Governo ha tentato di smantellare per far finire tutto nel calderone dell'Inps.
Raggiunta l'età minima, Veltroni potrà beneficiare anche della pensione da giornalista, che potrà cumulare (a 65 anni, però) con quella di deputato, una bella sommetta che gli permetterà frequenti viaggi nell'amata Africa.
Certo, gli mancheranno le quotidiane apparizioni sugli schermi di tutte le tv possibili, le lunghe interviste fatte da giornalisti sdraiati sul divano, le passeggiate a passo svelto seguito dall'allegro codazzo di fan, portaborse, guardaspalle, cronisti affannati. Ma ce ne faremo una ragione, cari amici, anche se il peggio deve ancora arrivare.
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