Trovo davvero sconcertante che il quotidiano più diffuso nell’area dello Stretto abbia totalmente ignorato un particolare dell’inchiesta della Procura reggina che ha portato in carcere Gioacchino Campolo, meglio conosciuto come il “re dei videopoker”, ma anche come una delle persone più facoltose della città.
Non c’è traccia, infatti, dei rapporti tra questo personaggio e l’attuale primo cittadino (se non con lui direttamente, questo non lo sappiamo, certamente con persone del suo entourage) il quale, durante l’ultima campagna elettorale per le comunali, che lo vide trionfare sul malcapitato Lamberti Castronuovo, ricco anche lui, ma non quanto Campolo, non esitò ad aprire una faraonica segreteria in locali risultati di proprietà del "Paperone" reggino.
La segreteria, sfavillante di luci ed effetti speciali, fu visitata anche dal presidente del Consiglio Berlusconi, che s’intrattenne a lungo anche con i parenti del sindaco giovane, il più amato dai concittadini, tanto da essere definito la Lorella Cuccarini di palazzo San Giorgio.
La segreteria è stata precipitosamente chiusa quando s’è avuto sentore dell’inchiesta su Campolo e del sequestro di parte dei suoi beni. Stando allo stesso figlio del “re” delle cosiddette macchinette mangiasoldi, che si lamentava del padre tirchio, sarebbero 250 gli appartamenti legittimamente (noi siamo garantisti fino in fondo) acquisiti al patrimonio familiare.
Ma questo è lavoro per l’ottimo avvocato che da anni assiste Campolo, cioè Antonio Managò, che metterà in campo tutte le strategie possibili per smontare l’ enorme castello d’accuse. Si annunciano sviluppi, la battaglia legale sarà lunga.
Torniamo a Scopelliti e alla segreteria in comodato generosamente d’uso, certamente cosa poco piacevole, dato che Reggio non è New York e si sa tutto di tutti. A lenire gli affanni di Beppe Rambo, come lo definisce Franco Arcidiaco, riferendosi all’impegno per la sicurezza del sindaco, ampiamente reclamizzato, ci ha pensato un noto (?) opinionista che ha fatto un “servizietto” esaltando il cammino di questo ragazzo, arrivato sulla poltrona di palazzo San Giorgio distinguendosi per decisionismo nell’affrontare i problemi della città.
Dopo gli elogi, il riconoscimento: si, è vero, il buon Peppe qualche errore lo fa pure lui, ma la città scala le classifiche della vivibilità e del buon governo. E della storia dei (presunti, mi raccomando, presunti) rapporti con personaggi tipo Campolo?. Meglio non parlarne.
Non c’è traccia, infatti, dei rapporti tra questo personaggio e l’attuale primo cittadino (se non con lui direttamente, questo non lo sappiamo, certamente con persone del suo entourage) il quale, durante l’ultima campagna elettorale per le comunali, che lo vide trionfare sul malcapitato Lamberti Castronuovo, ricco anche lui, ma non quanto Campolo, non esitò ad aprire una faraonica segreteria in locali risultati di proprietà del "Paperone" reggino.
La segreteria, sfavillante di luci ed effetti speciali, fu visitata anche dal presidente del Consiglio Berlusconi, che s’intrattenne a lungo anche con i parenti del sindaco giovane, il più amato dai concittadini, tanto da essere definito la Lorella Cuccarini di palazzo San Giorgio.
La segreteria è stata precipitosamente chiusa quando s’è avuto sentore dell’inchiesta su Campolo e del sequestro di parte dei suoi beni. Stando allo stesso figlio del “re” delle cosiddette macchinette mangiasoldi, che si lamentava del padre tirchio, sarebbero 250 gli appartamenti legittimamente (noi siamo garantisti fino in fondo) acquisiti al patrimonio familiare.
Ma questo è lavoro per l’ottimo avvocato che da anni assiste Campolo, cioè Antonio Managò, che metterà in campo tutte le strategie possibili per smontare l’ enorme castello d’accuse. Si annunciano sviluppi, la battaglia legale sarà lunga.
Torniamo a Scopelliti e alla segreteria in comodato generosamente d’uso, certamente cosa poco piacevole, dato che Reggio non è New York e si sa tutto di tutti. A lenire gli affanni di Beppe Rambo, come lo definisce Franco Arcidiaco, riferendosi all’impegno per la sicurezza del sindaco, ampiamente reclamizzato, ci ha pensato un noto (?) opinionista che ha fatto un “servizietto” esaltando il cammino di questo ragazzo, arrivato sulla poltrona di palazzo San Giorgio distinguendosi per decisionismo nell’affrontare i problemi della città.
Dopo gli elogi, il riconoscimento: si, è vero, il buon Peppe qualche errore lo fa pure lui, ma la città scala le classifiche della vivibilità e del buon governo. E della storia dei (presunti, mi raccomando, presunti) rapporti con personaggi tipo Campolo?. Meglio non parlarne.
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