02/04/09

SAN FRANCESCO DA PAOLA, IL SANTO PIU' AMATO DAI CALABRESI


Oggi è San Francesco, il mio giorno onomastico, ma non è certamente questa la notizia. Voglio sfruttare l'occasione per ricordare la figura di questo Santo straordinario, cui noi calabresi siamo legati particolarmente.

Lo faccio prendendo spunto da quello che scrive Piero Lazzarin nello splendido volume, giunto già alla terza edizione, nel quale ha raccolto una piccola enciclopedia dei Santi, e che mi è stato regalato da un'affettuosa collega del Messaggero di Sant'Antonio, il mensile più diffuso nel mondo.

I marinai invocano lui, Francesco da Paola, quando il mare grosso minaccia di travolgere le loro imbarcazioni. E a giusta ragione, visto come se la cavò per attraversare lo Stretto di Messina. Un giorno, un fraticello lacero e smagrito, si presentò sulla spiaggia di Catona, vicino a Reggio Calabria, ed aveva chiesto ad alcuni pescatori la carità d'essere portato dall'altro lato.

Quelli, data un'occhiata al cielo, solcato da minacciosi nuvoloni, dissero:" Spiacente, fratello, il mare tra poco sarà un inferno".

Il fraticello, per niente intimorito dagli infausti presagi, stese il mantello sull'acqua, vi salì e, con l'insolita imbarcazione, raggiunse la sponda siciliana. Uno dei tanti miracoli di San Francesco da Paola, che li faceva da vivo, la sua fama oltrepassava i confini dell'Italia.

Basti pensare che che il re di Francia Luigi XI, gravemente malato, chiese al Papa Sisto IV di inviargli un Santo che allontanasse da lui lo spettro della morte. E il buon fraticello, si recò in Francia, liberò strada facendo due città da una terribile epidemia, aiutò il re a purificarsi l'anima e affrontare serenamente il suo destino.

Francesco, nato a Paola, splendido paesino lungo la costa tirrenica cosentina, si fece giovanissimo frate francescano, ma per anni preferì vivere in una grotta nella quale, per caso, fu trovato da alcuni cacciatori. Ben presto, gruppi di giovani si riunirono attorno a lui, e nacque così l'ordine religioso dei Minimi, aveva appena diciannove anni.

Cominciò la sua lotta contro gli oppressori, a difesa dei poveri, mettendosi contro il re di Napoli, Ferrante d'Aragona, che cercò in tutti i modi di piegarlo, arrivando ad offrirgli del denaro, per ridurlo al silenzio. Lo invitò a corte e gli mise in mano un bel gruzzolo di monete d'oro. Francesco ne prese una e la spezzò, facendo uscire sangue. "Questo è il sangue dei poveri- urlò al re- che tu opprimi e che grida vendetta al cospetto di Dio".

San Francesco aveva una fibra fortissima, nonostante la vita di digiuni e penitenze, visse fino a 91 anni. Un uomo prima che un Santo molto amato. Speriamo che si ricordi di dare una mano, da lassù, alla disgraziata terra di Calabria, lui che fu costretto ad andarsene in Francia per sopravvivere.

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