Sono contrario, per principio, alle commemorazioni, che il più delle volte diventano una sagra dell'ipocrisia. In questi giorni, in occasione del centenario della nascita di Indro Montanelli, è un fiorire d'iniziative, e non sono mancate le polemiche, anche dai toni piuttosto aspri, dopo la trasmissione Annozero.
All'ineffabile Santoro, tutto preso da un attacco virulento di antiberlusconismo, che certamente gli procurerà seri fastidi al fegato, non è sembrato vero poter approfittare dell'occasione per sporcare, ancora una volta, la figura del premier, additato come colui che avrebbe "oscurato" il grande giornalista toscano, costringendolo a lasciare il Giornale.
Bene ha fatto, con uno dei suoi graffianti editoriali, Vittorio Feltri, a rimettere le cose a posto, ricordando, per quei pochi che non lo sapessero, quanto uomo di destra Montanelli sia sempre stato e che la sinistra, approfittando della rottura con Berlusconi, lo ha utilizzato, ora anche da morto.
Silvio Berlusconi, è bene che si sappia, anche per i non addetti ai lavori, ha investito sul Giornale, fondato sì da Montanelli, ma in brutte acque dopo pochi anni, decine di miliardi, molti dei quali si sarebbero potuti risparmiare, se le nuove tecnologie fossero state accettate da Indro e dal suo staff.
Comunque, e questa è storia, anche dopo la diaspora della Voce, con le dimissioni in massa dal Giornale, che resse benissimo il colpo (il direttore era Feltri) Montanelli fu costretto a chiudere, perchè moltissimi suoi lettori non lo seguivano più, scontenti di questa conversione a sinistra, peraltro ben utilizzata da una sinistra che, da allora, ha cominciato ad infilare errori su errori, con le conseguenze ben note.
Giustamente, come scrive Libero, lo stesso Montanelli, se potesse, li riempirebbe d'improperi alla toscana, e sicuramente non gradirebbe gli sproloqui dei Santoro, dei Travaglio e di tutti coloro che ne hanno "riesumato" politicamente l'immagine.
Io dico soltanto che l'unica cosa da fare, è di andarsi a rileggere qualcuno dei libri scritti da Montanelli, per primo quello che raccoglie i suoi famosi Controcorrente, per poi rivisitare la storia raccontata assieme a Gervaso e Cervi. Lì troverete il "vero" Montanelli, anima inquieta del giornalismo d'altri tempi.
Per il resto, lasciamolo dormire in santa pace il sonno dei giusti.
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