Gente strana questi romani: Nella loro lunga storia, si può dire che ne hanno viste di tutti i colori, da dominatori del mondo alle miserie del basso impero, fino a risorgere come la capitale del mondo, la città che abbraccia tutti, la "mamma" di pasoliniana memoria.
Il principe Carlo d'Inghilterra e la sua consorte Camilla sono stati accolti con indifferenza, diciamo pure senza eccessivi entusiasmi, a parte qualche decina d'inglesi che li aspettavano, l'altro giorno, prima dell'incontro nella sala della Lupa in Campidoglio.
L'erede al trono britannico, rosso in viso ("Aò, a questo glie piace la bottiglia"), il commento di uno spettatore, tra un boccone e l'altro alla pizza farcita con mortadella, una delizia. Camilla, con la sua andatura da....fantino, ha regalato qualche tiepido sorriso e, una volta conclusa la cerimonia, ha preferito ritirarsi invece di beccarsi le folate di vento misto a polvere, al Palatino dove, per l'occasione, sono state aperte le stanze, off limits per i comuni mortali, della restaurata dimora di Augusto imperatore.
Una coppia senza sale e pepe, quella formata dall'ex marito della bellissima Diana, che a Roma, a suo tempo, ricevette tutt'altra accoglienza, e dalla stagionata Camilla, infagottata in un vestito a campana, il tutto "condito" da uno degli orribili cappellini che sono del resto la caratteristica della casa reale.
Scarso entusiasmo, dunque, per questa visita. Un fotoreporter che ha vissuto gli anni della dolce vita e ricorda le "escursioni" romane di re Faruk, della regina Soraya, di Jacquelin Kennedy, armeggia deluso con la sua digitale, solo pochi scatti, niente di gustoso per i lettori, poca roba per i settimanali, la love story tra Carlo e Camilla appartiene alla...preistoria delle cronache rosa.
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