17/04/09

REGGINA, E SE GIOCASSIMO LA CARTA DELLA DISPERAZIONE?

I medici, quando l'ammalato è ormai in condizioni disperate, tentano quella che comunemente viene chiamata la "terapia d'urto", intensificando le cure con massicce dosi di medicinali, e qualche volta funziona.
Facendo un paragone calcistico, si potrebbe pensare di fare la stessa cosa con la Reggina?. Me lo chiedeva, l'altra sera, un concittadino, anche lui romano d'adozione, che, al pari dei tanti altri che la domenica nella Capitale si riuniscono per seguire le imprese (si fa per dire) degli amaranto, da mesi soffre e spera.
Io, un'idea, in proposito, ce l'avrei, anche se a farne le spese sarebbe il buon Orlandi dalla faccia triste. Tenterei, fossi al posto di Foti, cosa che del resto aveva già fatto con la sciagurata parentesi Pillon, la mossa della disperazione, affidando la squadra a un altro tecnico, fosse Carrara, ex Messina, ma di cui si parla bene, o addirittura il vecchio "Maciste" Bolchi.
Perso per perso, una nuova scossetta psicologica, specialmente per quei giocatori che hanno già i contratti fatti con altre squadre, potrebbe sortire un qualche effetto.
Certamente, il presidente factotum, forse ci avrà anche pensato e non escludo che dopo Bergamo, se dovesse andar male (ma io credo che dovrebbe farlo anche in caso di vittoria) qualcosa possa accadere.
Solo l'arida aritmetica tiene vive le speranze di permanenza in serie A, ma bisogna considerare che le altre squadre che con la Reggina lottano per non affogare, giocheranno tutte le carte possibili per salvarsi, non esclusi quegli "accordi", chiamiamoli così, che a fine campionato sono diventati ormai una prassi.
Pazienza, dovremo sorbirci ancora le stucchevoli "riflessioni" del solito super opinionista o le finte critiche dei giornalisti dal doppio e triplo lavoro, tutti fanno finta di niente, come se le responsabilità non fossero anche loro. I tifosi l'hanno capito, per cui al posto loro non sarei più tanto tranquillo.

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