L'ospedale come luogo di cura, ma anche di sofferenza, nel quale si entra per guarire, se possibile, mai per morire. In Calabria sta avvenendo il contrario: in questo agosto terribile che sta per declinare, tanto per usare un'espressione cara al poeta Cardarelli, i nosocomi della nostra regione si sono trasformati in...cimiteri.
Mentre le commissioni d'inchiesta si moltiplicano, il presidente Loiero, sfoggiando le bretelle, promette cose che difficilmente potrà mantenere, la magistratura apre fascicoli che chissà quando potranno essere chiusi. Bisognerebbe fare attenzione, mi suggerisce un amico, alle parentele tra magistrati e medici, che sono numerose, nonchè agli intrecci da club service, per non parlare della solita Massoneria che, tra i camici bianchi, annovera parecchi adepti.
In questi casi, di vera e propria emergenza, è facile fare, come si suol dire, di tutta l'erba un fascio e additare i medici ospedalieri al pubblico ludibrio, qualificandoli come assassini, ci sono strutture che funzionano, gente che lavora seriamente e che pensa, principalmente, alla tutela della salute dei pazienti.
Ma c'è una parte della categoria che tra congressi, esibizioni televisive, doppio e triplo lavoro, non può tenere fede agli impegni presi quando ha accettato il posto in ospedale, agli inizi della carriera.
Si riscopre, quando scoppia la bufera, come in questi giorni, con morti inspiegabili e annunci di diagnosi sbagliate, incuria professionale, l'antica questione dell'impegno pubblico-privato dei medici che nelle corsie dell'ospedale del cui organico fanno parte, si vedono sempre più raramente, anche se ricoprono ruoli cosiddetti apicali.
La politica ha fatto molti danni, in questi anni che hanno visto alternarsi manager di provata capacità, ma impossibilitati a lavorare perchè "incaprettati" dai boss dei partiti, a personaggi che talvolta hanno dovuto conoscere le patrie galere. Un esempio per tutti, la gestione dell'azienda sanitaria di Locri con sullo sfondo l'omicidio di Francesco Fortugno. Non sarà facile uscire da questa situazione che ha suscitato allarme e preoccupazione in tutto il Paese, ci vorrebbero azioni coraggiose da parte dei politici che governano la Regione, ma loro sono occupati, pensano ai congressi dei partiti e ad assicurarsi un posto in lista per le elezioni della prossima primavera. E la morte continua ad aleggiare sui nostri ospedali.
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