20/08/09

COME E' CAMBIATO L'AGOSTO NELLA CITTA' NON PIU' DESERTA

Che strano mese di agosto: la città non è mai stata così popolata come in questo periodo. La mente va indietro, alle estati passate quando, sotto Ferragosto, chi restava a presidiare le redazioni, ed io l'ho fatto quasi sempre, aveva grossi problemi per mettere assieme delle pagine di cronaca decenti.
La "nera" ti veniva spesso in soccorso (i delinquenti, almeno allora, in vacanza non ci andavano) ma senza i telefonini, senza i computer portatili, senza internet, erano guai seri, dovevi rintracciare politici, amministratori, giudici, chiunque avesse un ruolo pubblico e potevi farlo solo se avevi i numeri di telefono, riservati, delle case di villeggiatura.
Di solito, a Ferragosto, si pubblicava la foto del Corso Garibaldi completamente deserto, con le saracinesche dei negozi tutte abbassate, al lavoro c'erano i topi d'appartamento, che approfittavano dell'occasione.
Ci chiediamo, adesso, cosa è cambiato, se Reggio è animata come nelle normali giornate lavorative, i bar sono strapieni, lo stesso vale per i ristoranti e le pizzerie, il lungomare, la sera, pare Copacabana.
A scuotere questo clima festaiolo, le solite notizie di attentati, sparatorie, risse, anche per un posto in giuria nelle selezioni di miss Italia, e l'arresto di qualche latitante che paga così la sua voglia di mare.
Sui giornali escono notizie che, in altri momenti conoscerebbero come destinazione il cestino, i cronisti di turno afflitti dalla calura, incappano in solenni svarioni, come nomi storpiati, marchiani errori sintattico-grammaticali (l'esequie, scritto proprio così, a proposito del funerale d'un mafioso assassinato, definito, tra l'altro, elemento non di spicco (!) della 'ndrangheta) e questi sono solo alcuni.
Ci sono, però, le dichiarazioni dei politici, quasi sempre i soliti, pronti a cavalcare l'onda di un successo delle forze dell'ordine, per ottenere, come se non ne avessero già abbastanza, un pò di spazio sui giornali. Qualcuno, senza nemmeno fare il nome del personaggio finito in galera.

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