12/08/09

CRISI DEI GIORNALI, E' IN ARRIVO LO TSUNAMI D'AUTUNNO


Prima Comunicazione è un mensile che, da più di trent'anni, si occupa di editoria, dei problemi dell'informazione in generale, col tempo ha acquistato una tale autorevolezza da essere considerato la Bibbia nel mondo della stampa in genere, con particolare attenzione a quanto di nuovo emerge nella variegata galassia dei media.


Io ne posseggo l'intera collezione, posso dire che il giornale diretto da Umberto Brunetti mi ha tenuto compagnia nel corso della mia carriera, ed ogni tanto, quando ce ne è stata l'occasione, ha dato informazioni sui miei spostamenti editoriali, che non sono stati pochi. Nell'ultimo numero, prima della pausa estiva, mi ha particolarmente colpito l'articolo di Carlo Rossella che ha affrontato, partendo dagli Usa, per poi spostarsi nel nostro Paese, la crisi che sta investendo la stampa quotidiana e periodica.

Si parla di un numero di esuberi eccezionale, gli osservatori prevedono un autunno davvero nero, con pre pensionamenti e riduzioni d'organico che riguarderebbero centinaia di colleghi. Rossella si cala nei panni del direttore che è costretto, per volontà dell'editore, a tagliare gli organici e le spese, mandando a casa colleghi che, negli anni, sono diventati soprattutto amici. E' dura rinunciare a quei privilegi che questo mestiere ancora offre, anche se nel corso degli ultimi anni sono stati ridimensionati: il telefonino e l'auto aziendali, la mensa, lo stipendio che, da pensionato, si riduce notevolmente.

E' finita l'epoca degli inviati soggiornanti in alberghi di lusso con note spese "a piè di lista", come s'usava, senza badare al risparmio. Adesso si viaggia sempre meno e sono di moda gli inviati stanziali, che coprono una determinata area senza alzarsi dalle scrivanie.
I giornali si sono accorti dai bilanci del fallimento della politica aziendale, con assunzioni eccessive, redazioni improduttive per vendite e pubblicità. Anche quelli interregionali dai bilanci assai solidi, si sono dovuti arrendere all'evidenza dei buchi lasciati dalle vendite stazionarie e dal pauroso calo delle entrate pubblicitarie.
Per alcuni editori questa è l'occasione per liberarsi di personaggi scomodi o troppo sindacalizzati, preferendo mantenere in servizio quelli del "tutto va bene madama la marchesa" o funzionali alla linea politico-editoriale della testata.
Per i giovani gli spazi si restringono anche perchè, salvo qualche rara eccezione, non c'è neppure più quella valvola di sfogo delle sostituzioni ferie, tre mesi di lavoro e talvolta anche più, con la possibilità per quelli bravi di farsi conoscere e....chissà.
Qualche giornale utilizza addirittura per le sostituzioni estive pensionati , nella totale indifferenza alle proteste sindacali. Un autentico tsunami sta per abbattersi su molte testate ed a pagare sarà sempre il lettore che si troverà tra le mani un prodotto scadente, fatto di articoli-soffietto, auto interviste che nemmeno gl'interessati leggono, cronache che più piatte di così non si potrebbero immaginare. Il risultato potrebbe essere di ulteriore disaffezione dei lettori.

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