21/08/09

OMAGGIO A PIPPO, EDICOLANTE E POETA CHE AMA LA SUA CITTA'

Lo conosco da quando era bambino e frequentava l'edicola gestita dai genitori, i coniugi Modafferi, in piazza Camagna, nel cuore del centro storico. Pippo è ancora lì, la salute non l'aiuta, ma assieme alla sorella, che lo assiste amorevolmente, trascorre la sua giornata lì, all'edicola che da qualche anno è stata rinnovata ed è un bel monumento nella piazza più civettuola di Reggio, a due passi dall'altra piazza cittadina, sulla quale si affacciano i palazzi del potere.
Pippo è un personaggio, conosciuto da tutti, soprattutto dagli ascoltatori di Radio Touring per le sue telefonate in diretta durante le trasmissioni di Gianni Baccellieri, l'edicolante-opinionista scambia con me qualche chiacchiera, dopo tanto tempo, mi consegna la sua ultima...fatica, una poesia in vernacolo, una delle tante che Pippo sforna con uno stile che mescola la polemica piuttosto salace all'amore per la sua città.
Gli edicolanti, lo sostengo da sempre, sono i migliori giudici della qualità dei giornali, del nostro lavoro, sono i primi a leggere le notizie, mentre albeggia e i frettolosi pendolari acquistano le copie ancora fresche di stampa, d'estate e d'inverno, l'edicola di piazza Camagna è un punto di riferimento importante, attorno a Pippo si radunano amici e lettori occasionali per un sano gossip politico-sportivo, ed è un vero divertimento.
A Pippo, che stimo, voglio fare un modesto regalo, pubblicare qui di seguito il testo della poesia della quale mi ha fatto omaggio. Il titolo è ricavato da un detto popolare:
CU CUNTA MENTI A GIUNTA
Riggiu
città i suli
aundi a 'ggenti
è sula.
Città i mari
aundi a mara 'ggenti
è amareggiata.
Città i ventu
aundi pi sbintura
a 'ggenti è sbinturata.
Città i caddari
i cumpari
i frittuli e satizzu
aundi c'è sempre prontu
carcunu mi 'ndi rumpi u......
Ma Ddiu si ammeno Tu u sai,
rimmillu pi 'ffauri
pirchì nta sta bella città,
'ffacciata ravanti o Strittu
puru u cchiù stortu
si senti ammanicatu drittu?.
Ddiu mi vardau, pinsau
e mi rispundiu
Pippu, u to pirchì
è puru u pirchì meu,
in tutta cunfirenza
tu ricu nta ricchi:
no sacciu mancu eu.

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