E’ a pochi passi da San Pietro, eppure, fino a qualche mese fa, neppure i romani erano in molti a conoscere la chiesa barocca di Santo Spirito in Sassia, che deve la sua improvvisa notorietà ad un matrimonio, quello tra il play boy Flavio Briatore e la soubrette calabrese Elisabetta Gregoraci.
Eppure, questo luogo sacro è meta di continui pellegrinaggi, ogni giorno, come ha scritto la collega Franca Giansoldati sull’edizione romana del Corriere della Sera, si mescolano italiani e stranieri, ricchi e poveri, potenti e umili.
Compresi parecchi cosiddetti vip, ultimo dei quali il presidente della Camera Gianfranco Fini che in questa chiesa che papa Wojtyla volle consacrare alla Divina Misericordia, ha fatto battezzare la sua seconda figlia, Carolina.
Sotto la gigantografia del Cristo con la veste bianca, dal cui cuore partono fasci di luce colorata, ogni giorno si ritrovano centinaia di persone. A Santo Spirito in Sassia non si vuole parlare di miracoli, eppure le grazie ottenute sono tantissime, basta osservare la sfilza di rosari appesi sul lato destro dell’altare. Una parete piena di ex voto e coroncine lasciati da anonimi fedeli che hanno ottenuto ciò che volevano, sorretti dalla fede e dalla preghiera.
Qui si sono sposati, oltre ai noti Briatore-Gregoraci, anche di recente la giornalista Benedetta Geronzi, del Tg5, figlia del noto banchiere. Il rettore della chiesa, monsignor Jozef Bart, indica una cappella in cui si trova l’immagine del Cristo sorridente, ordinata dalla suora polacca Faustina Kowalska, morta nel 1938 e canonizzata da Papa Giovanni Paolo secondo.
Per dare un’idea della moltitudine di fedeli che qui arrivano ogni giorno, basterà ricordare che, prima che la chiesa fosse “scoperta” anche dai romani, bastavano mille candele l’anno, ora se ne comprano centomila.
Tante donne sono riuscite a diventare mamme, tante coppie si sono riunite, tanti giovani sono usciti dal tunnel della droga dopo aver recitato il Rosario davanti al Cristo sorridente.
Qui ha deciso di sposarsi Carmen, la figlia di un carissimo amico, Peppino Galatà, generale dell’Arma, che in Calabria ha lavorato tanti anni . Per me sarà l’occasione di poter pregare anch’io in questo luogo mistico che odora di santità.
Eppure, questo luogo sacro è meta di continui pellegrinaggi, ogni giorno, come ha scritto la collega Franca Giansoldati sull’edizione romana del Corriere della Sera, si mescolano italiani e stranieri, ricchi e poveri, potenti e umili.
Compresi parecchi cosiddetti vip, ultimo dei quali il presidente della Camera Gianfranco Fini che in questa chiesa che papa Wojtyla volle consacrare alla Divina Misericordia, ha fatto battezzare la sua seconda figlia, Carolina.
Sotto la gigantografia del Cristo con la veste bianca, dal cui cuore partono fasci di luce colorata, ogni giorno si ritrovano centinaia di persone. A Santo Spirito in Sassia non si vuole parlare di miracoli, eppure le grazie ottenute sono tantissime, basta osservare la sfilza di rosari appesi sul lato destro dell’altare. Una parete piena di ex voto e coroncine lasciati da anonimi fedeli che hanno ottenuto ciò che volevano, sorretti dalla fede e dalla preghiera.
Qui si sono sposati, oltre ai noti Briatore-Gregoraci, anche di recente la giornalista Benedetta Geronzi, del Tg5, figlia del noto banchiere. Il rettore della chiesa, monsignor Jozef Bart, indica una cappella in cui si trova l’immagine del Cristo sorridente, ordinata dalla suora polacca Faustina Kowalska, morta nel 1938 e canonizzata da Papa Giovanni Paolo secondo.
Per dare un’idea della moltitudine di fedeli che qui arrivano ogni giorno, basterà ricordare che, prima che la chiesa fosse “scoperta” anche dai romani, bastavano mille candele l’anno, ora se ne comprano centomila.
Tante donne sono riuscite a diventare mamme, tante coppie si sono riunite, tanti giovani sono usciti dal tunnel della droga dopo aver recitato il Rosario davanti al Cristo sorridente.
Qui ha deciso di sposarsi Carmen, la figlia di un carissimo amico, Peppino Galatà, generale dell’Arma, che in Calabria ha lavorato tanti anni . Per me sarà l’occasione di poter pregare anch’io in questo luogo mistico che odora di santità.
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