Il caffè Spinelli, luogo di ritrovo dei reggini |
Ancora un importante riconoscimento per il regista e documentarista reggino Gaetano Labate che, anche quest'anno, sarà presente al festival nazionale che si terrà in ottobre a Rovereto con i suoi recenti lavori: la ricostruzione del terribile terremoto che nel dicembre del 1908 rase al suolo le città di Reggio e Messina e numerosi centri dell'entroterra sulle due sponde, e il documentario sul periodo reggino della Belle Epoque.
Alla importante rassegna Labate è stato ufficialmente invitato, del resto nel centro del Trentino è già noto per avervi presentato il documentario sulla storia di Reggio Calabria dalla fondazione ai giorni nostri.
L'ultima fatica, solo in ordine di tempo, in collaborazione con Luisa Bellissimo, è appunto il ritratto per immagini d'epoca e preziosi, rarissimi, filmati, di come la città di Reggio Calabria visse gli anni che, in Francia, vennero definiti come quelli dell'epoca d'oro per le arti, la cultura, la musica, appunto la Belle Epoque.
Ne ho già parlato sul mio blog, ma giova ricordare, non soltanto per gli appassionati di storia, e per coloro che amano rivivere il passato della città definita "bella e gentile" in un memorabile volume del duo Barbaro-Laganà, che nel documentario di Gaetano Labate vengono rivisitati anni in cui Reggio era nel pieno del suo splendore in tutti i campi e, anche se non molti lo sanno, aveva una produzione giornalistica di tutto rispetto.
Labate ha fatto una meticolosa ricerca, a partire dal 1898 fino al 1908, delle pubblicazioni che in quegli anni videro la luce, cogliendo aspetti d'una modernità che lascia stupefatti. Reggio viveva intensamente l'arte, gli spettacoli teatrali, quelli musicali, era un fervore d'iniziative. I reggini ebbero modo di conoscere i nomi più importanti del teatro e del cosiddetto avanspettacolo.
Reggio nella Belle Epoque è un documentario che tutti dovrebbero vedere e che certamente a livello nazionale otterrà quel riconoscimento che assolutamente merita.
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