Il regista Stefano Maria Palmitessa |
Il teatro studio Keiros, nella zona di piazza Bologna, ospita in questi giorni uno spettacolo sul quale si è acceso l'interesse di importanti critici. Per la regia di Stefano Maria Palmitessa, va in scena "Alfabeto muto", scritto dal trio Francesca e Natale Barreca, e Pino Tossici, con due recite giornaliere (ore 18,30 e ore 21) che stanno incontrando il favore del pubblico.
Con Massimiliano Calabrese, Monica Maffei, Pino Tossici, Giulia Tuzzi, recita una attrice reggina, Mary Fotia, che alterna al palcoscenico il suo impegno lavorativo nel settore dell'abbigliamento per l'importante catena di negozi Fabio D in varie zone della Capitale.
Ad assistere nella regia Palmitessa, c'è Giulia Tuzzi, mentre delle scenografie si occupa Silvano Martorana, le musiche sono di Silverio Scramoncin, il trucco locandina è affidato a Rosy Alai, le coreografie sono a cura di Mara Palmitessa.
Una famiglia a-normale, come tante altre, è la protagonista di questo progetto teatrale ad alto livello emozionale. Al suo interno, come spiega la locandina che presenta lo spettacolo, troviamo, deformati dall'ottica di ciascuno dei personaggi, dettagli e minuzie delle vita quotidiana, quella vera.
Il disagio esistenziale di un nucleo allo sbando, conseguenza della perdita della madre, di cui nessuno osa chiarirci la natura, dove la violenza e l'ipocrisia sottolineano eventi e destini che rivelano le diverse facce dell'animo umano.
Ma anche un succulento "equivoco" attraverso il quale, ricorrendo a un dialogo ruvido e tempestoso, si evidenzia il lato tragicominco della famiglia italiana. Una forte e cruda metafora della società nella quale viviamo, fitta di una marea di continui cambiamenti imprevisti e davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi.
La regia di Palmitessa, che vanta uno straordinario pedigree, è accorta ma non invasiva, così almeno racconta chi lo spettacolo l'ha già visto, convincenti gli attori tra i quali, ricordo ai miei lettori calabresi, c'è Mary Fotia, originaria di Reggio Calabria, alla quale io e mia moglie siamo legati da sincera amicizia.
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