Luciano Lo Giudice l'amico del capitano |
Lo tsunami della Procura si abbatte sulla classe politica, alzando di un tanto il livello delle collusioni tra la 'ndrangheta e le Istituzioni, passando per l'arresto d'un ufficiale dell'Arma, che ha "sporcato" la divisa non riuscendo a mantenere fermo quel sottile confine tra investigatore e informatore, ammesso che sia andata proprio così.
Gira su Youtube il filmato di Reggio Tv sull'incontro, l'ultimo della sua breve vita, tra Orsola Fallara e i giornalisti, una categoria che aveva finito con l'odiare, dopo l'autentico massacro cui era stata sottoposta negli ultimi mesi, da quando era venuta fuori la storia dei compensi percepiti, del tutto legittimi, secondo la dirigente morta suicida, illegali secondo i Torquemada di turno.
Poche ore prima di mettere in atto quello che le cronache d'una volta definivano "insano gesto", la Fallara, in apparenza tranquilla, a tratti anche sorridente, ha tracciato un quadro agghiacciante di certi meccanismi che regolano la vita di quello che il compianto Michele Musolino non aveva esitato a definire il palazzo più sporco della città. E purtroppo il buon Michele non ha fatto in tempo a vedere quello che sarebbe accaduto negli anni successivi.
Risentire quelle parole, quelle chiare denunce sugli intrecci perversi tra famiglie di politici e funzionari comunali, lo debbo confessare, mi ha fatto venire i brividi. Non ho mai conosciuto la povera Orsola, forse qualcuno della famiglia, ma è come se ci avessi parlato tante volte, se quelle cose che ha denunciato, velate solo da un filo di rabbia, le avessi già ascoltate.
Adesso, il suo cadavere continua a parlare, con la speranza che "chi di competenza" raccolga il disperato appello d'una donna che ha pagato il prezzo più alto, colpevole o innocente che fosse. La Procura della repubblica (ora in quelle stanze spira un'aria nuova) promuoverà le indagini del caso. Anche se non è perseguibile penalmente chi, coi suoi comportamenti, ha spinto l'ex funzionaria comunale all'estremo passo, crediamo che non sarà facile per qualcuno togliersi un macigno dalla coscienza, se ne ha.
Nella città attraversata dalla tempesta che tocca i palazzi della politica e, purtroppo, i comandi della Benemerita, s'aggirano improbabili 007 e uomini dello Stato che certamente non hanno le carte in regola. Il senatore De Sena ha rinunciato alla candidatura a sindaco, mica scemo l'ex prefetto che sa benissimo come stanno le cose; da parte sua l'onorevole Angela Napoli torna alla carica suggerendo lo scioglimento del consiglio regionale per "inquinamento" mafioso. Se quello precedente era per metà formato da inquisiti, adesso la situazione è cambiata, a quanto pare, ma in peggio.
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