Ci lasciamo alle spalle un anno difficile, ma allo stesso tempo di grandi cambiamenti per la Calabria, dal punto di vista politico, anche se la regione paga più d'ogni altra il prezzo della crisi globale che sta scuotendo l'Europa mandando in bancarotta nazioni ritenute floride, quali la Spagna.
Dopo il quinquennio segnato dal loierismo, un modo di gestire il potere che i calabresi hanno avuto modo di (ri)conoscere, rivedendo, come in un film muto, gli anni della prima repubblica, è arrivata quella svolta a destra, che ha portato Scopelliti e il suo clan ad issare il pennacchio sul grigio palazzo Alemanni, nella città capoluogo.
La Calabria è rimasta praticamente ferma, le antiche vertenze non sono state risolte, se non in qualche caso e solo parzialmente, il buco della sanità, da sempre centro di potere, è diventato una voragine che ancora non si sa se potrà essere colmata, la classe politica si è rinnovata però solo in piccola parte, sulle poltrone ci sono uomini, molti dei quali professionisti della politica, sulla scena anche da 40 anni.
Quando qualcuno disse, già agli albori dell'esperienza regionale, che la Calabria non era difficile da governare, ma soltanto impossibile, non diceva un'assurdità. La trasversalità, i continui cambi di casacca, il coinvolgimento di esponenti anche di primo piano dei partiti in inchieste giudiziarie, con sviluppi ancora tutti da immaginare, tutto ciò ha contribuito a creare un clima di continua instabilità.
Ci sono personaggi equivoci, non solo a palazzo Campanella, ma anche in altri organismi elettivi e amministrazioni locali, segno questo che non è avvenuta quella sbandierata, in campagna elettorale, "pulizia delle liste". Non si può lasciare alle Procure il compito di "purificare" i quadri dirigenti della politica, i giudici hanno altro lavoro da fare e, sotto questo aspetto, lo stanno facendo bene.
Mai come in passato le organizzazioni criminali sono state messe alle corde, pesantemente colpite nei patrimoni illeciti, ora ci si attende che venga portato alla luce il connubio tra imprenditori, politici e mafiosi, facendo chiarezza su quella che è stata chiamata la "zona grigia".
Il 2011 si apre all'insegna della fiducia, senza fare dell'ottimismo berlusconiano un credo assoluto, ma contando sulla caparbietà, l'intelligenza, l'operosità riconosciuta in tutto il mondo, dei calabresi. Siamo stati capaci in momenti tragici della nostra storia, di rimboccarci le maniche e ripartire, senza l'aiuto dei governi.
Roma continuerà a restare sempre distante, anche se nei prossimi mesi, con la campagna elettorale amministrativa, e forse non solo quella, ne sentiremo delle belle.
Ormai mi sono stancato di ripetere quello che in cuor mio auguro a tutti, anche se so che non sarà possibile per tutti: un pò di benessere, che aiuta a vivere meglio, salute quanto basta, squarci positivi nell'orizzonte buio per le migliaia di giovani che inseguono il sogno d'un futuro migliore.
Buon anno ai miei fedeli lettori, grazie del loro affetto.
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