Tra i giornalisti assunti dalla società editrice “Alfa Gi Produzioni Editoriali” figurano sei contrattualizzati Fieg-Fnsi ed una decina di collaboratori. Lamberti Castronuovo, infatti, non fa mistero che la televisione si regge sui suoi proventi personali derivanti dall’istituto di analisi cliniche. Una situazione finanziaria, quella dell’istituto “De Blasi”, che ha raggiunto livelli insostenibili, al punto da spingere il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, ad attivare un tavolo tecnico. In base a quanto emergerà dopo questa iniziativa, si deciderà il destino dell'istituto e della televisione con sede a Campo calabro.
A tal proposito, è stata ricevuta in Prefettura una delegazione di dipendenti del “De Blasi”, che ha manifestato vive preoccupazioni per il mantenimento dei posti di lavoro a seguito della sospensione dell’attività a causa della mancata definizione di aspetti controversi concernenti i pregressi rapporti finanziari intrattenuti con l’Asp 5 di Reggio Calabria.
Viva preoccupazione viene espressa dal segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, il quale segue con attenzione l’evolversi della situazione che rischia di cancellare un autentico fiore all’occhiello dell’informazione meridionale, che dà lavoro a tanti giovani professionisti e che, va ricordato, è stato costruito senza un centesimo di denaro pubblico, ma esclusivamente con le risorse e la passione del suo direttore-editore, Edoardo Lamberti Castronuovo. Il futuro di Reggio TV è, dunque, inevitabilmente legato alle sorti dell’Istituto di analisi cliniche “De Blasi”. Circa quest’ultimo, in base agli “elementi di chiarimento già acquisiti dall’Asp 5”, il prefetto Varratta ha informato i vertici dell’istituto di aver “interessato il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, che, manifestando disponibilità ed attenzione sulla questione, ha accordato la propria disponibilità a partecipare al tavolo tecnico. L’organismo, che sarà probabilmente attivato dalla Prefettura intorno alla metà della prossima settimana, vedrà la partecipazione delle componenti tecniche del competente assessorato regionale e il commissario straordinario dell’Asp 5. Intanto, il prefetto di Reggio Calabria ha rivolto ad Edoardo Lamberti Castronuovo l’invito “a voler valutare la prosecuzione della regolare attività della struttura sanitaria, allo scopo di evitare disagi all’utenza e rasserenare il clima esistente tra i lavoratori”.
“L’azienda – afferma Lamberti Castronuovo – non ha mai preso in considerazione l’idea di ridurre la forza lavoro di una realtà produttiva che, con gli attuali livelli occupazionali e di professionalità, è riuscita a diventare un’eccellenza nel Mezzogiorno d’Italia. Tuttavia, l’errore del calcolo nel budget e l’ultima circolare del commissario dell’Asp 5, Rosanna Squillacioti, che ha imposto di non accettare più impegnative mediche, hanno determinato uno stravolgimento del bilancio dell’istituto. “In questo momento – ha evidenziato Lamberti-Castronuovo – non possiamo più garantire ai pazienti la qualità delle prestazioni che per trent’anni abbiamo assicurato al “De Blasi”. Ecco perché, piuttosto che licenziare, l’unica soluzione è chiudere la struttura”.
Da parte dei sindacati e, soprattutto, dell’intero personale dell’istituto, è stata avanzata una proposta che consenta, almeno temporaneamente, di assicurare la continuità dei servizi, riducendo per quanto possibile i costi. L’ipotesi, avanzata anche alla luce delle relazioni dei consulenti finanziari e dei revisori contabili, è quella di attivare le procedure per ottenere la cassa integrazione guadagni straordinaria a beneficio della metà dei dipendenti. L’ammortizzatore sociale potrebbe essere applicato con un sistema di rotazione, nel rispetto dello spirito solidaristico che è alla base del ricorso alla cassa integrazione.
I rappresentanti dei lavoratori hanno già espresso un orientamento di massima favorevole in tal senso, riservando durante l’assemblea forti critiche alla posizione assunta dalla Cgil, sindacato che, a detta dei dipendenti, avrebbe “assunto un’incomprensibile posizione pregiudiziale e preconcetta, che nuoce al futuro della struttura e che corre il rischio di aggravare ulteriormente la situazione. Negare l’esistenza di una crisi gravissima, come fa la Cgil – aggiungono i rappresentanti del personale – significa essere incapaci di leggere i bilanci, oppure perseguire fini particolari che non hanno nulla a che vedere con la salvaguardia di oltre cento posti di lavoro".
DAL SITO: GIORNALISTI CALABRIA