C'è una delle novelle toscane, quelle che ci facevano leggere ai tempi delle medie, e che stavano un pò in tutte le antologie, in cui si parla dei pifferai che andarono per suonare e furono suonati, nel senso che si presero un sacco di botte.
E' andata così ieri pomeriggio durante la trasmissione "La vita in diretta" che si è occupata del caso Venditti, con il seguito di reazioni indignate, ai soliti personaggi della politica che campano di dichiarazioni alla stampa, su qualsiasi argomento, non è sembrato vero, le elezioni regionali sono vicine....
L'amministrazione comunale per il collegamento dalla piazza antistante la chiesa di San Giorgio al Corso, è stata rappresentata dall'assessoressa ai grandi e piccoli eventi, al solito sorridente e fresca di parrucchiere.
Attorno un gruppo di persone in attesa di far partire l'applauso al momento giusto, ma appena l'assessoressa ha cominciato a recitare il suo compitino fatto di luoghi comuni e le solite frasi sulla Calabria culla di civiltà e patria di insigni letterati, con l'invito a Venditti a venire a verificare di persona, dallo studio, con Sposini più sornione del solito, si è scatenata una reazione terribile.
Pierluigi Diaco, il giornalista di Libero Juri Prado e Rosanna Scopelliti, figlia del povero giudice assassinato dalla 'ndrangheta, pur con toni diversi, hanno stoppato l'assessoressa che si è presa una serie d'improperi, da un esagitato Diaco, che ha dato lettura di quanto scritto sul suo blog dal giornalista Domenico Malara.
Questi, che evidentemente sul giornale per il quale lavora queste cose non può scriverle, ha fatto un quadro di quella che è la attuale realtà calabrese, ricordando ai cittadini che dovrebbero indignarsi e anche di più contro questa classe politica che li governa e non solo con Venditti che avrà pure sbagliato, ma non ha detto nulla di nuovo.
Diaco e Prado sono stati duri, la Scopelliti un pò meno, fatto sta che Sposini, capita l'antifona, ha troncato il collegamento con Reggio lasciando la collega Verta e la sua compagnia con un palmo di naso.
Il sindaco avrà avuto altri impegni, che certamente gli hanno impedito di andare a difendere la sua città e la Calabria intera dopo questa provocazione di Venditti che, pare, sia mosso da rancore personale per episodi accaduti in passato nel Cosentino e che hanno avuto risvolti giudiziari. Ha mandato una "pifferaia" per suonare l'inno all'onore violato, ma come è andata a finire l'hanno visto milioni d'italiani.
Nessun commento:
Posta un commento