Il conto alla rovescia è già cominciato, tra poco più di sei mesi i calabresi conosceranno i nuovi amministratori regionali, l'eco dei "tonfi" provocati dai trombati eccellenti si sentirà in ogni dove, le urne faranno giustizia, almeno si spera, togliendoci dalle scatole tutti coloro che, in cinque anni, hanno contribuito allo sfascio d'una regione in eterna attesa di riscatto.
Quello che l'uomo della strada si chiede, ed io mi metto tra costoro, chi saranno i nuovi consiglieri, ci sarà un autentico cambiamento, rinnovamento non solo di facce? Tutti sanno che il consiglio regionale della Calabria è tra i più "inquinati" d'Italia, al di là di ciò che pensa il presidente Bova, quando, facendo la faccia da duro, arriva a negare persino l'evidenza. Eppure sa benissimo che è circondato da inquisiti, da "presunti" colletti bianchi della 'ndrangheta, ma a lui va bene così.
Riusciremo a liberarci da alcuni personaggi che ogni giorno troviamo sulle pagine dei giornali locali (c'è chi dà meno spazio di altri, ma con qualche dichiarazione, qualunque sia l'argomento, ci sono sempre) anche se del loro operato non credo che i posteri troveranno tracce importanti?. Io mi auguro di sì, con la speranza di non vedere più imperversare qualche assessore espressione d'un partito ormai estinto, anzi di un partito-famiglia, come viene definito dai cittadini reggini, e un consigliere noto voltagabbana, pronto a cavalcare qualsiasi protesta, pur di apparire in tv o con una bella (si fa per dire) foto sui giornali. Non faccio i loro nomi, anticipo la par condicio elettorale, del resto i soldi per pagarsi la pubblicità ce li hanno.
Mentre ci si arrovella su Scopelliti governatore, sulle bizze di Di Pietro, su quelle di Misiti, uomo per tutte le stagioni, su Loiero che non intende mollare l'osso, su Callipo che minaccia di fare la mina vagante, sono cominciate le grandi manovre per la successione a palazzo San Giorgio. In tutta coscienza, c'è veramente poco da scegliere, nè crediamo alle soluzioni esterne, ai cosiddetti reggini illustri che si "sacrificherebbero" per dare una mano alla città per la quale non hanno mai fatto un bel nulla.
Io qualche nome ce l'avrei, ma per ora non intendo farlo, per non creare danni irreversibili. Il "bamboccione", come lo chiamava un mio ex collega che adesso lo ama svisceratamente, lascerà la poltrona di sindaco per accomodarsi su quella scomodissima di presidente della Regione. Ma io non sarei tanto sicuro che il progetto riesca. A presto.
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