Conosco il giudice Giuseppe Creazzo sin dagli inizi della sua carriera. Essendo stato per molti anni un abituale frequentatore del palazzo di giustizia, dove ho trascorso più tempo che a casa mia, ho avuto modo di seguire il cammino di tanti magistrati, molti dei quali sono diventati miei amici, e lo sono tuttora.
Quando ho letto sul "Corriere" della sua inusuale e in un certo senso rivoluzionaria iniziativa, nel tentativo di indurre...in tentazione quei colleghi che volessero chiedere d'essere assegnati a Palmi, non mi sono meravigliato più di tanto. Creazzo, Peppino per gli amici, è sempre stato giudice sopra le righe, nel senso che ha dato al suo lavoro un'immagine ben diversa, adatta ai tempi, esprimendosi in diverse occasione "apertis verbis", come dicevano i latini, e prendendo chiare posizioni anche nelle questioni sindacali.
L'unico pericolo, caro dottor Creazzo, al quale rinnovo simpaticamente la mia amicizia, è che lei venga preso troppo sul serio e qualche suo collega creda di potersi trasferire nella trincea di Palmi (perchè di questo si tratta) con l'intenzione di andare perennemente in vacanza.
Una cosa, comunque, è certa, il procuratore della città di Repaci e Cilea ha ottenuto lo scopo di far accendere i riflettori dell'opinione pubblica sul drammatico problema degli organici d'un Tribunale e d'una Procura di frontiera, un caposaldo nel contrasto alle temibili cosche della 'ndrangheta.
In attesa che si compiano i giri di valzer della burocrazia, con le lentezze del CSM, c'è chi ha trovato questa "trovata", ci si perdoni la ripetizione, di indubbia genialità e non, come qualcuno ha sottolineato, di sapore goliardico.
Creazzo non è certo il tipo che esterna tanto per conquistarsi uno spazio sui giornali, come fa qualche suo collega, che interviene su tutto, dal calcio alla musica, e non è un abituale frequentatori di salotti alla moda. La giustizia, per lui, è e resta una cosa seria, e col suo lavoro, l'ha sempre dimostrato. Spero d'incontrarlo presto, sarà un piacere, come al solito, scambiarci opinioni e giudizi, sempre col sorriso sulle labbra.
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