Orsola Fallara sorridente, ricordiamola così |
Dopo il suicidio della testimone di giustizia di Rosarno, di cui si sta fa facendo un gran parlare, in questi giorni dominati dalla calura, che rende ancor più gravi i problemi endemici della città di Reggio, da più parti si è voluto fare un accostamento, non so fino a che punto opportuno, con la tragica morte della dirigente comunale Orsola Fallara.
A mio modesto parere, l'unica cosa che può tenere legati i due episodi, è la modalità con cui è stato messo in atto il gesto estremo, ingerendo il devastante acido muriatico. Ma non c'è altro. si tratta di terribili circostanze d'ispirazione totalmente opposta. Orsola Fallara non era nè pentita, nè testimone di giustizia. Bisogna fare un necessario distinguo tra pentiti e testimoni di giustizia: i primi sono per lo più criminali, organici alle organizzazioni mafiose, che decidono, in cambio di benefici, peraltro fissati dalla legge, di scendere a patti con lo Stato e rivelare i loro "segreti" facendo scoprire delitti e svelando gli organici delle cosche.
I testimoni di giustizia sono cittadini "normali" che, venendo a conoscenza di gravi reati, o per esperienza diretta o perchè, appunto, testimoni reali, collaborano con gli inquirenti o con la magistratura. Mi vengono in mente due casi emblematici, quello del rappresentante di commercio lombardo che fece arrestare gli assassini del giudice Livatino, e la vicenda dei fratelli Verbaro, agiati panificatori reggini, che alcuni anni fa fecero i nomi dei mafiosi che li taglieggiavano. Spesso, però, lo Stato, ed è il caso dei Verbaro, si dimentica di loro e magari per questioni di natura burocratica, li abbandona al loro destino.
Gente senza patria, nè legami familiari (spesso anche moglie e figli preferiscono dissociarsi dalle loro scelte) con grave rischio per le loro vite. Orsola Fallara, forse, prima che in lei maturasse la decisione di chiudere i conti con la vita, avrà magari pensato di vuotare il sacco, come s'usa dire, trascinandosi dietro coloro che sapevano e hanno taciuto. C'è sicuramente una indagine della magistratura, della quale si è solo intuito qualcosa, ma allo stato non sono previsti sbocchi immediati, non è facile per i magistrati penetrare nella fitta cortina di amicizie, poteri occulti, servitori dello Stato "deviati", giornalisti compiacenti, insomma quella "zona grigia" di cui spesso ha parlato il procuratore Pignatone.
Adesso, però, sarebbe il momento di smetterla con pericolose generalizzazioni, lasciamo Orsola Fallara riposare in pace. Forse il suo cadavere sta "parlando", e presto dovremmo saperne di più.
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