02/11/10

TUTTO SOMMATO PREFERISCO IL BUNGA BUNGA ALLE BUGIE DI GIANFRANCO FINI


Villa Certosa, la residenza sarda di Silvio Berlusconi
Sono i giorni del ricordo di chi ci ha preceduto nel viaggio senza ritorno, momenti di preghiera e riflessione sulla caducità dell'uomo, mi tornano in mente i versi del grande Ungaretti "stiamo come le foglie sugli alberi d'autunno".
Sono i giorni dell'acuirsi della crisi politica, del duello quotidiano tra il premier Berlusconi e Gianfranco (o Gianfregnone, come ama definirlo Dagospia) Fini, la corsa a chi arriva per primo a staccare la spina a un annaspante Governo alle prese con una crisi globale che sta creando seri problemi anche agli Usa, con Obama pronto a diventare, come si dice da quelle parti, un presidente "azzoppato" dopo le elezioni di metà mandato.
Una cosa è certa: aprire una crisi di governo in questo momento sarebbe quanto di più deleterio, probabilmente daremmo il colpo fatale ad un Paese che attraversa uno dei momenti più difficili dal dopoguerra in poi. Chiunque se ne assume la responsabilità deve rendersi conto che potrebbe favorire il disegno eversivo di chi vorrebbe approfittare per far rinascere i movimenti terroristici dei cosiddetti anni di piombo.
E' vero: tra il Bunga Bunga, i festini a luci rosse, le gravi ingenuità commesse nel caso della giovanissima marocchina Ruby, la gente è disorientata, l'immagine dell'Italia all'estero appare sporcata, la credibilità del premier, ad onta dei sondaggi più o meno affidabili, segna un netto calo. Berlusconi cercherà il colpo d'ala, la mossa a sopresa per recuperare la fiducia popolare, ma con le finanze che Tremonti può mettergli a disposizione c'è poco da fare. Senza soldi nessun regalo agli italiani è possibile, neppure quello, che sarebbe assai gradito, della detassazione, anche se non totale, delle attese tredicesime.
Non voglio certo iscrivermi nell'elenco già numeroso di coloro che fanno i difensori ad oltranza del nostro presidente donnaiolo, anche se ritengo fondamentale il diritto di ognuno di noi, entro le mura domestiche, di disporre a piacimento della sua privacy.
Questo vale per i cittadini comuni, per chi ha la responsabilità di guidare il Paese, ma anche per i parlamentari, i presidenti di Regione, di Province, i sindaci, di tutti i politici in genere, la cosa è diversa.
Comunque, miei affezionati lettori, io la penso così: preferisco decisamente il Bunga Bunga alle bugie del presidente della Camera, col suo moralismo un tanto al chilo, come avrebbe detto Enzo Biagi. 
Sono giorni tristi, questi, per chi ricorda i cari scomparsi, e per chi si preoccupa del destino di figli e nipoti: L'Italietta di Giolitti era piccola, ma seria nei comportamenti di chi la governava, capaci di farla risorgere dopo una guerra terribile seguita al famigerato Ventennio.  

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