03/04/10

MARRAZZO DI NUOVO IN TV, UN ESEMPIO NEGATIVO


Il caso Marrazzo torna in questi giorni sulle prime pagine dei giornali che, in verità, avevano fatto calare una sorta di cortina del silenzio dopo le misteriosi morti dello spacciatore-confidente Cafasso e del trans Brenda.
Anzi, era iniziata una operazione-recupero dell'immagine dell'ex governatore, fotografato sorridente, con tanto di scorta, assieme ad una delle sue figlie e si era parlato con una certa insistenza del rientro in Rai dopo una lunghissima aspettativa.
In Italia, si sa, attorno a certi personaggi, pur se coinvolti in storie non proprio pulite (meglio ancora se ospiti per qualche tempo delle patrie galere) scatta una specie di "perdonanza" e talvolta c'è chi si avvantaggia di questo status, fino a trarne anche benefici di carriera.
E' successo per altri giornalisti (clamoroso il caso Farina, la spia chiamata in codice Betulla), anche in ambito diciamo nostrano c'è qualche episodio: il ritorno in pista c'è stato e, come se niente fosse accaduto, continuano a pontificare e a fare del moralismo a buon prezzo.
Ora che si parli di Marrazzo inviato in una sede estera, o addirittura come conduttore di un programma su Rai 3, ci sembra eccessivo, il consiglio d'amministrazione e i direttori di rete dovrebbero tenere conto che il personaggio non rappresenta certamente il meglio del giornalismo ed è un esempio negativo soprattutto per i giovani. C'è chi dice che la vita privata non deve essere confusa con quella professionale, ma c'è un limite a tutto. Si vuole continuare a pagare uno stipendio a Marrazzo, con i soldi dei contribuenti, lo facciano pure, ma ci risparmino il suo sguardo strabico e il sorrisetto dai teleschermi.

Nella foto. Marrazzo il giorno del suo secondo matrimonio

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