12/12/17

QUANDO IL MARE PROFUMAVA DI VACANZE






 


Anni Trenta, da Roma per arrivare a Santa Marinella, bastavano pochi minuti alle poche automobili in circolazione, altrimenti c'era il treno. C'è una famiglia della media borghesia che da qualche anno ci viene in vacanza, quella di Alessandro Zecca, questo posto gli è caro perché gli ricorda la costiera amalfitana, a lui che è di Salerno. Pertanto, appena si presenterà l'occasione, vuole comprare casa e quest'anno, il 1934, sembra quello buono. C'è un villino lungo la via Aurelia che potrebbe fare al caso suo anche perchè a Santa Marinella l'aria è particolarmente salutare e giova tanto ai bambini, quattro, che la moglie Teresa gli ha regalato.
Maria Vittoria Zecca, sposata Casa, la secondogenita, che ha tagliato il traguardo dei novant'anni, ha voluto, con l'aiuto della figlia Maria Cristina, dare alle stampe quello che lei definisce il diario di bordo degli anni spensierati della fanciullezza e della gioventù. Proprio a Santa Marinella conoscerà il futuro marito, Francesco Casa, scomparso qualche anno fa, dopo una brillante carriera di giornalista. Anche i figli Filippo e Giovanni hanno dato il loro contributo perchè questo desiderio dell'anziana madre venisse realizzato. "Quando il mare profumava di vacanze" edito da Vertigo è stato presentato, qualche giorno fa, nel salone della casa vacanze del Don Orione, zona Camilluccia. La descrizione che le autrici (mamma e figlia hanno scelto entrambe di insegnare lettere) fanno di quel villino di Santa Marinella è poetica, rinnovando momenti che hanno segnato la vita d'una famiglia felice: i pranzi a base di pesce, i frutti di mare mangiati crudi, la cassata portata da un amico siciliano, i bagni nel mare cristallino. Un papà che ama vivere alla grande, che sceglie il meglio, dal cibo ai vestiti, ai fiori per il giardino e che trasmetterà ai figli il culto dell'arte, della poesia, della bellezza intesa come senso di pienezza.
Un papà che riempiva la casa con la sua presenza e con le sue piccole manie, quale quella di avere sempre le scarpe lucidissime. Dopo un' infanzia difficile, era diventato dirigente d'una banca e uno studioso di economia, la sua casa era sempre aperta, non solo quella delle vacanze, per i suoi amici e quelli dei suoi figli. La vita spensierata, con i giochi di quell'epoca, senza play station e cellulari, senza computer, sarebbe finita presto con l'arrivo della guerra, i trasferimenti al seguito di papà, gli anni di scuola a "Les Oiseaux" di Roma. Qui Maria Vittoria intraprende il percorso spirituale e un cammino di fede che ha seguito in questa lunga parentesi di vita terrena. Non poteva mancare nel libro un riferimento ai nonni materni, una famiglia che ha avuto un ruolo di rilievo nell'Ottocento salernitano: sindaci, deputati, senatori, professionisti di valore. A Santa Marinella il viaggio comincia e finisce, quando un bambino paffutello che la mamma di Maria Vittoria vede quando va a prendere il figlio a scuola, diventa grande e il destino lo porta tra le braccia della ragazza vicina d'ombrellone, si chiama Francesco Casa. Si sposeranno ma nonno Alessandro i nipoti non li conoscerà mai. In appendice una piacevole parentesi poetica, con le liriche di Maria Cristina, delicate nella loro semplicità.

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